Sembravano ormai di fatto accettate e persino Gasparri non considerava il problema “urgente” né “pressante”. Per le “telestreet illegali” si è invece creato un nuovo caso a Senigallia con la chiusura di “Disco Volante”.
Come recita il "dispaccio" Ansa del 19 settembre scorso, "la Polizia Postale ha chiuso un'emittente tv di quartiere fondata a Senigallia da una cooperativa di disabili, 'Disco volante', che trasmetteva in un raggio di circa 200 metri sfruttando il cono d' ombra di altre frequenze tv. Le proteste non si sono fatte attendere, a cominciare da quelle del presidente dell' emittente, il deputato diessino Luigi Giacco, e dall'on. Marco Lion dei Verdi. Giacco non nega che la tv operasse senza concessione, e dunque in un regime di illegalità, ma ricorda che in sede di discussione della Legge Gasparri sull' emittenza ''il ministro aveva accettato l' idea di un ordine del giorno che affrontasse il nodo della regolamentazione delle tv di strada, pur avendo respinto un nostro emendamento in proposito. Nel frattempo - ha aggiunto il parlamentare dell' Ulivo - confidavamo in una sorta di gentlemen' agreement che impedisse l'oscuramento di queste emittenti''. Invece 'Disco Volante', nata nel giugno scorso con un palinsesto dedicato ai problemi dell'handicap ma anche alla vita della città (al quale lavoravano due disabili e l'animatore della cooperativa Enea Discepoli), ha dovuto interrompere le trasmissioni".
Anche se si può osservare che il problema della legalità di questo tipo di iniziative prima o poi doveva pur venire alla ribalta, vanno registrate le durissime reazioni delle ormai numerose "telestreet" italiane, in molti casi coordinate dalla bolognese Orfeo Tv. Sul sito di quest'ultima emittente (che è anche quello delle telestreet in generale) si legge infatti:
"Il quattro dicembre del duemilaedue un nucleo di carabinieri, su mandato del Ministero delle Comunicazioni tentò di chiudere Telefabbrica, una telestreet nata a Termini Imerese per sostenere la lotta degli operai della Fiat minacciati di licenziamento". Il "19 settembre duemilatre alcuni funzionari dello stesso Ministero hanno disattivato e sigillato la street tv di Senigallia Disco Volante (071.65033, studio.zelig@tiscali.it) perché non provvista di concessione governativa. Disco Volante era la televisione fondata da una cooperativa di disabili, trasmetteva da alcuni mesi in un raggio di qualche centinaio di metri, senza coprire alcun altro segnale, ed è stata chiusa. Più o meno è come impedire a due sordomuti di farsi dei gesti di saluto dai due lati della strada. Il messaggio che arriva dal governo appare chiaro. Nessuno ha più il diritto di comunicare, solo Lui (e i suoi inservienti). Disco Volante non aveva la concessione governativa che autorizza a trasmettere, violava dunque un articolo della Legge Mammì. Anche Rete 4 non dispone della concessione, e il suo raggio di azione non è di centocinquanta metri. Ma Rete 4 può trasmettere, il Ministero delle Comunicazioni non la chiude".
Il paragone, a nostro parere, è un po' sommario e discutibile, ma la vicenda (e la protesta) vanno doverosamente registrate.