Mentre scriviamo queste note, le Televisioni locali, in coincidenza con le festività del piccolo ponte dell’Immacolata, sono ancora in (ansiosa) attesa delle famose ennesime graduatorie, quelle che riguardano le numerose regioni in cui devono essere liberati i canali 61-69 entro fine anno. Per queste stesse aree il Ministero dello Sviluppo Economico (denominazione che in questo caso risulta quasi comica) ha intanto emanato il calendario degli ‘spegnimenti’ per chi ha accettato di uscire di scena…

Mentre scriviamo queste note, le Televisioni locali, in coincidenza con le festività del piccolo ponte dell'Immacolata, sono ancora in (ansiosa) attesa delle famose ennesime graduatorie, quelle che riguardano le numerose regioni in cui devono essere liberati i canali 61-69 entro fine anno. Per queste stesse aree il Ministero dello Sviluppo Economico (denominazione che in questo caso risulta quasi comica) ha intanto emanato il calendario degli 'spegnimenti' per chi ha accettato di uscire di scena in cambio del 'rimborso' previsto, per cui diverse frequenze sono state liberate proprio in queste settimane. Non sono stati pochi gli editori locali, anche di una certa rilevanza, che hanno accolto l'invito del Ministero, rassegnati o indignati, ma comunque con l'idea che, in tema di soldi, ottenerne 'pochi, maledetti e subito' all'attivo sia sempre meglio che averne 'molti, benedetti e per parecchio tempo' al passivo nei prossimi anni.
La cosa incredibile è stata, come abbiamo sottolineato più volte, il comportamento del Ministero, dove il ministro Passera, nel migliore dei casi distratto da altre occupazioni, ha trattato le Tv locali - ormai si può dire, crediamo - più o meno a pesci in faccia, lasciandole nelle mani di una ottusa rete di funzionari e dirigenti che hanno fatto il bello e cattivo tempo, conseguendo peraltro pessimi risultati. Persino dove l'obiettivo di spegnere volontariamente una quantità sufficiente di mux digitali di Tv locali era già di fatto stato raggiunto, il Ministero si è incaponito con le graduatorie e le 'intese obbligate' a livello tecnico, peraltro programmando il tutto con una quasi incredibile dose di improvvisazione. Il risultato è appunto che a dicembre ormai da tempo iniziato le attesissime graduatorie ancora non si sono viste, rendendo la fase prenatalizia angosciosa e convulsa per tutta la fetta (cospicua) del settore interessata. Partita già male, questa storia dei 'secondi switch-off ' nel Nord Italia (e non solo) si sta concludendo malissimo per tutti, un'operazione in cui sembrano essere stati commessi tutti gli errori possibili, mentre un intero settore economico, importante anche dal punto di vista della democrazia e del pluralismo, soffre tantissimo e tutto vede, al momento, meno che la famosa uscita dal tunnel.
Nel frattempo il Governo presieduto da Mario Monti, che quell'uscita dal tunnel diceva di aver avvistato, vive le sue ultime settimane, la corsa elettorale è in pieno svolgimento e la situazione economica, appunto, è lungi dal migliorare.
In Rai la gestione Gubitosi-Tarantola sta iniziando lentamente a ingranare e rispetto alle trascorse epoche di Masi e Lorenza Lei non poteva che esserci un passo avanti, anche se le tensioni pre-elettorali non promettono certo una navigazione tranquilla per l'azienda di Viale Mazzini, che deve riuscire a far fronte all'attuale pesante 'rosso' in bilancio.
Problemi economici di non poco conto ci sono anche a Mediaset e questa è una situazione inedita in tempi recenti, perché ormai la crisi pubblicitaria non fa sconti a nessuno e anche le Tv del Cavaliere ne soffrono, soprattutto perché manca il consueto 'paracadute politico'. Berlusconi allora ci riprova ancora con la candidatura a premier, non foss'altro per salvare il salvabile.
A La7 e Telecom Italia Media navigazione a vista, perché questa benedetta vendita, come si prevedeva, è complicata e non si sa come la vicenda si concluderà né come possa andare avanti una Tv molto bella e piena di bei nomi ma che non è non è in grado di sostenersi economicamente.
Vanno bene le cose almeno a Sky, pay-Tv (ma non solo, anche qui) apprezzata per le iniziative riuscite e per trasmissioni di un certo livello?
Non proprio, la crisi non poteva che far un po' calare il numero degli abbonati e i tempi d'oro sono al momento lontani.
Si chiude un 2012 che segna quasi l'anno zero della Tv italiana. Il 2013 potrebbe portare molte novità...