Nel Canton Ticino Canale 5 ruba fette sempre più consistenti di audience alla Televisione svizzera di Stato, tanto che la rete ammiraglia di Mediaset è diventata la più seguita nella regione appunto dopo l'emittente pubblica italofona, la ‘tranquilla e pacata’ Rsi (o RTSI). Quest'ultima, in base ai dati dell'istituto di ricerca Mediapulse, nei primi sei mesi dell'anno in corso ha perso il 5,7 per cento degli ascolti.
In dettaglio, nel primo semestre del 2014, anno caratterizzato da eventi sportivi di grande interesse in onda su RSI, come le Olimpiadi o i Mondiali di calcio, la Tv elvetica aveva conseguito il 35,5 per cento di audience, ma è passata al 29,8 per cento quest’anno.
Ma al di là di questi grossi appuntamenti, Milena Folletti, responsabile dei programmi e dell'immagine della RSI, ammette che una delle cause è «la ripresa di un certo tipo di offerta da parte dei nostri competitor (Canale 5, appunto; N.d.R.), soprattutto reality e contenitori pomeridiani, legati al pettegolezzo e alla cronaca nera».
Ed ecco che la principale rete berlusconiana si ritrova, nel Canton Ticino, con il 9,7 per cento di indici d'ascolto.
Nello scorso giugno è poi passato in Svizzera, per un soffio di voti, il referendum per la modifica della legge federale sulla radiotelevisione (LRTV), che prevede la sostituzione dell’attuale canone basato sugli apparecchi di ricezione con un ‘canone generale’. Secondo i sostenitori della novità, il vecchio sistema del canone basato sul possesso del televisore era superato, dal momento che internet ha cambiato gli scenari. Secondo l'Ufficio federale di statistica, più di 9 abitazioni su 10 e quasi tutte le imprese hanno accesso a Internet e smartphone e tablet e computer permettono di ricevere le trasmissioni anche senza un apparecchio tv.
Secondo le stime del Governo, il cambiamento di sistema dovrebbe permettere di ridurre il canone per le utenze domestiche, dagli attuali 462 franchi a 400 l'anno. Le somme generate saranno destinate, come nel sistema odierno, alla SSR (di cui RSI fa parte) e alle emittenti radiotelevisive locali.
Al referendum ha prevalso il sì con il 50,8%. Tra i cantoni dove il sì ha prevalso la Svizzera Francese, mentre il Canton Ticino, che riceve il 20% delle risorse finanziarie attribuite dalla Società svizzera di radiotelevisione ma contribuisce solo con il 4% tra canone e pubblicità, ha opposto un secco no.