Tensione sul “caso RaiWay”

La Rai replica alle critiche e alle perplessità sollevate sulla vendita del 49% di RaiWay all’americana Crown Castle.

Il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, spesso critico con l'attuale dirigenza di Viale Mazzini (di recente, per esempio, sono scoppiati altri contrasti per via della decisione della Rai di applicare d'ora in poi alcune norme "europee" in materia di affollamento delle telepromozioni), deve adesso decidere, entro il 26 ottobre, appunto se mandare all'aria o no la vendita del 49% di RayWay.

Si tratta di una questione vitale per la Tv pubblica, se si pensa che la Rai dovrebbe intascare dall'operazione qualcosa come 860 miliardi circa, molti utili in un momento di difficoltà generale sul piano economico, anche per la contrazione della raccolta pubblicitaria in atto.

Va ricordato altresì che una Rai in difficoltà economica renderebbe decisamente più "plausibili" le eventuali dimissioni anticipate di Zaccaria e dell'attuale Cda, sgraditi al Centro-Destra al Governo.

La Rai, tramite il suo ufficio stampa, precisa comunque che "il valore contabile degli impianti di Raiway è di circa 245 miliardi e non di 1.560 miliardi come indicato (dal deputato di An Rositani; Ndr.)", per cui "l'offerta di Crown Castle pari a circa 1750 miliardi (per il 100% della società) corrisponde a oltre 7 volte il valore contabile degli impianti stessi".

La Rai sottolinea poi come la stima dell'Azienda, "effettuata dal valutatore indipendente Arthur Andersen, in occasione della finalizzazione dell'operazione, determina un valore complessivo tra 780 miliardi e 1350 miliardi.

Si segnala infine che il recente forte calo dei mercati mondiali ha notevolmente accentuato la convenienza economica dell'operazione".

La questione, in realtà, è molto più delicata di quanto si pensi. La vendita (sia pure parziale) di impianti come quelli di RayWay potrebbe pesare fortemente sul futuro delle telecomunicazioni italiane.

La parola passa ora al Cavaliere, perché, stando ai soliti bene informati, pare proprio che l'ultima parola spetterà proprio a lui.

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