Dopo il primo complicatissimo anno di rilevazioni, iniziato con grave ritardo a causa del ‘passo falso’ dei primi mesi del 2017, Tavolo Editori Radio inizierà ora una nuova fase, anche per via delle dimissioni rassegnate dal presidente Nicola Sinisi (nella foto).
Sinisi ha ‘governato’ per due anni la società ed è stato dunque protagonista di questa prima difficilissima fase della sua vita. TER è stata chiamata nel 2016 a risolvere il rebus delle rilevazioni di ascolto radiofoniche, tenendo conto di tutte le componenti presenti nel settore (Rai, reti nazionali private, emittenti radiofoniche locali, senza dimenticare anche le loro divisioni interne), che tuttavia, dopo anni di liti che avevano portato prima alla chiusura di Audiradio e poi alla fase di interregno affidata a RadioMonitor di Eurisko, hanno stabilito di ‘autogovernarsi’ in questo settore, senza cercare neppure l’aiuto dell’UPA, fondamentale ‘arbitro-giocatore’ per diversi altri mezzi.
A penalizzare e rendere ancor più complicato il compito di TER c’è l’oggettiva ‘arretratezza’ delle modalità con cui vengono realizzate le rilevazioni, ancora affidate al metodo CATI, con telefonate a un campione di popolazione e ricordo prima spontaneo e poi ‘aiutato’ delle emittenti seguite e iscritte all’indagine. Bisognerà quindi anche stabilire, in un tempo non certo lungo, se altri metodi (tipo il famoso meter) siano realmente utilizzabili e ‘credibili’ per la Radio ma soprattutto se siano ‘compatibili’ per il settore a livello finanziario.
Ma torniamo all’attualità. Le dimissioni di Sinisi non sono un ‘fulmine a ciel sereno’, perché sono ormai trascorsi i circa due anni previsti per la sua guida e anche perché il suo impegno in prima linea a RadioRai già era terminato (o ‘fatto terminare’ dall’azienda, secondo altre interpretazioni) da qualche tempo. Sembrava pertanto anche un po’ incongrua la sua permanenza in una società in cui in qualche modo non rappresentava più pienamente la ‘componente’ di TER che l’aveva designato, tenendo presente peraltro che nella società di rilevazioni radiofoniche è prevista, come è logico sia per una struttura complessa che deve ‘accontentare tutti’, un’alternanza alla presidenza delle varie componenti, come vedremo.
Sinisi ha dunque rassegnato le dimissioni dalla carica di Presidente e Consigliere del Cda di Tavolo Editori Radio a seguito dell’incarico assunto in Rai (l’azienda ‘giustamente’ gli ha trovato una nuova collocazione) come direttore di Rai Canone.
Sinisi lascia dopo due anni di mandato (il massimo consecutivo previsto per la ‘componente’ delle Radio nazionali) e la presidenza secondo lo Statuto di TER dovrebbe ora passare, per un anno, a un rappresentate delle Radio locali, anche se nell’immediato è possibile (e anzi probabile) un interim, per il quale si fa il nome del membro anziano del Cda Claudio Fabbri (‘designato’ da Rmc Italia). La decisione è all’ordine del giorno del Cda di TER del 15 marzo, all’indomani dell’esecutività delle dimissioni di Sinisi, effettive dal 14 marzo.
‘In pole’ per la presidenza successiva di TER (che potrebbe partire però solo a giugno) ci sono, fra i membri del Cda, il coordinatore di Aeranti-Corallo Marco Rossignoli e Marco Montrone, editore del Gruppo Radio Tele Norba e Consigliere designato da Frt-Confindustria Radio Tv.
Ricordiamo che intanto a fine gennaio è partita la rilevazione TER relativa al 2018, realizzata da GfK e Ipsos per quanto riguarda il Giorno Medio e da Doxa per i 7, 21 e 28 giorni, con il controllo di Reply. Una novità prevista per quest’anno sono le domande tese a indagare sulle modalità di ascolto e in particolare sui devices utilizzati.