The Hateful Eight, un grande film che finalmente premia Morricone

Indipendentemente da tutto il resto, “The Hateful Eight” di  Quentin Tarantino meriterebbe un plauso solo per aver finalmente portato l’Oscar al Maestro Ennio Morricone (foto: oscar.go.com). In effetti quello appena vinto non è il primo Academy Award per Morricone, che aveva già ricevuto nel 2007 il premio alla carriera. Si tratta però della prima vittoria sul campo dopo ben cinque nomination andate a vuoto, sicuramente una soddisfazione diversa e forse più bella.

Probabilmente non si tratta di una delle migliori colonne sonore di Morricone, basti pensare al capolavoro “Il Buono, il Brutto e il Cattivo” o alle splendide musiche scritte per “Mission” (forse il rimpianto più grande tra le nomination non vincenti). In ogni caso musicalmente le tracce sono bellissime e immaginifiche come nella migliore tradizione del Maestro, adattandosi molto bene all’ambientazione del film.

Per “The Hateful Eight” Tarantino ha scritto una sceneggiatura coinvolgente, in grado di mantenere l’interesse alto per le circa tre ore di durata del film. La storia è ambientata qualche anno dopo la fine della guerra civile americana, quando alcuni viaggiatori (gli “otto detestabili” del titolo), trovano riparo in un emporio a causa di un'imminente tempesta. La convivenza forzata porterà a una serie di intrecci e colpi di scena, il tutto condito da fiumi di sangue.

Oltre alla trama, un altro degli elementi vincenti del film è il cast. Bravissimi sono Samuel L. Jackson e Kurt Russel nel ruolo dei cacciatori di taglie, due personaggi molto diversi tra loro ma uniti da un profondo rispetto reciproco. Straordinaria Jennifer Jason Leigh che interpreta una latitante portata al patibolo dal personaggio di Kurt Russel. Ironica, cattiva e irriverente al punto giusto, l’attrice sfodera una grande prestazione giustamente premiata con la candidatura all’Oscar. La vera sorpresa è però Walton Goggins nel ruolo di un rinnegato del sud che sostiene di essere nominato nuovo sceriffo della città verso cui i viaggiatori sono diretti. Attore non così famoso come i colleghi, Goggins è forse il protagonista principale della pellicola assieme a Jackson. È bravissimo nell’interpretare un personaggio ricco di sfaccettature e contraddizioni. Da un lato è profondamente razzista, ma nello stesso tempo ha un grande senso della giustizia e nel corso del film stringe un rapporto di sincera stima e amicizia con il “nero” Jackson.

Tra gli altri interpreti bisogna segnalare Bruce Dern, Tim Roth e Michael Madsen, attori eccellenti purtroppo relegati a ruoli secondari rispetto a quelli citati in precedenza. D’altronde è difficile riuscire ad approfondire così tanti caratteri in un unico film, nonostante la durata importante dello stesso.

Con questa pellicola Tarantino prosegue il processo di politicizzazione del suo cinema. Dopo “Bastardi senza gloria” e “Django Unchained”, qui il regista e autore spinge ancora di più l’acceleratore sul tema del razzismo. L’eroe “nero” si guadagna la libertà e la stima (anche dei bianchi) sul campo di battaglia, e le sbandiera attraverso una lettera del Presidente Lincoln nella quale trova la sua legittimazione.

Infine, qualche parola va spesa sulla tanto discussa pellicola 70mm Ultra Panavision in cui il film è stato realizzato e nel cui formato è stato proiettato in 3 cinema in Italia e alcune decine nel mondo. I 70 mm sono il formato della pellicola che consente di avere una maggiore risoluzione delle immagini rispetto al tradizionale 35 mm, impressionando un fotogramma più grande. In particolare il 70 mm con le sue cinque perforazioni consente di avere una qualità video sei volte migliore rispetto al 35 mm. La proiezione in 70 mm consente dunque di vedere il film in pellicola, con una resa dei colori e un effetto realistico che solo l’analogico può avere, ma con una qualità e una pulizia dell’immagine degna del miglior digitale. Inoltre va ricordato che la versione in 70 mm di “The Hateful Eight”, prevede alcuni minuti in più di film e una overture con circa tre minuti della musica di Morricone diffusa prima dell’inizio.

 

 

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