Esempio eccezionale di narrazione brillante incastonata in una cornice visiva di rara perfezione estetica, ‘The Handmaid’s Tale’ è una serie che travalica l’esperienza televisiva, porta all’indignazione, alla presa di coscienza e all’azione
Ipotizzare gli scenari più apocalittici possibili può esorcizzare le paure e prevenire gli errori. Anche per questo i racconti distopici attraggono tanto, di fatto ci proiettano in un futuro che potrebbe compiersi ma che noi abbiamo ancora in mano, capaci di cambiarlo realmente. Non deve stupire allora che un romanzo degli Anni Ottanta sia oggi più attuale che mai e diventi la serie tv dell’anno, con 13 nomination agli Emmy e un coro unanime di consensi tra pubblico e critica. Si chiama ‘The Handmaid’s Tale’, è tratta dal libro Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood (edito da Ponte alle Grazie) e da settembre è disponibile in Italia su TimVision, la tv on demand di TIM, dopo aver infranto ogni record sulla piattaforma di streaming americana Hulu. L’opera, già adattata in un film, svariate rappresentazioni teatrali, un’opera, un balletto e un podcast, ipotizza un domani raccapricciante, in cui gli Stati Uniti, ribattezzati Gilead (con rimandi biblici), vivono sotto lo scacco di un estremismo religioso che impone un patriarcato abominevole e priva le donne di qualsiasi libertà.
Un femminismo contro corrente
La prima stagione segue esattamente l’arco temporale descritto nel libro, ma è già in cantiere una seconda volta ad approfondire e allargare gli orizzonti narrativi. Nel romanzo le vicende sono ricostruite a 200 anni di distanza sulla base di alcune audiocassette registrate dalla protagonista Difred (interpretata da Elisabeth Moss), che un professore usa per spiegare l’orrore del regime teocratico del passato. Il punto di vista è unico: la giovane in questione è un’ancella, ossia una delle poche donne ancora fertili sul pianeta, stuprata ripetutamente per statuto dal regime (la Costituzione è stata abolita) affinché ripopoli lo stato assieme alle sue compagne. Il nuovo nome (pronunciare il vecchio è proibito) la dice lunga sul suo status: Difred ossia Di-Fred, appartenente ad un comandante d’alto rango (Joseph Fiennes), che una volta al mese pratica una Cerimonia, durante il periodo fertile, vale a dire che la penetra contro il suo volere e alla presenza della moglie nella speranza che resti incinta. Se ciò avviene, dopo l’allattamento l’ancella cede ai nuovi genitore il neonato per ricominciare la missione con un’altra famiglia.
La libertà che inizia a mancarci
I diritti civili e le libertà sono abolite, gli omosessuali impiccati e i ribelli assassinati. Grazie a spie altamente addestrate, gli Occhi, e a sorveglianti inflessibili, le Zie, le ancelle subiscono un regime repressivo sulla loro pelle: praticano la discrezione e l’obbedienza, si muovono in coppia senza alzare mai lo sguardo e indossano una divisa piuttosto evocativa, che copre tutto il corpo e soprattutto lo sguardo sotto un cappello gigante bianco. Chi commette l’errore di peccare d’immodestia o semplicemente rifiuta un ordine nel migliore dei casi si ritrova con un occhio in meno. Si inizia così, con un divieto alla volta, a cui nessuno fa caso, e si finisce come loro, senza lavoro, fondi, opportunità e voce. La società che vediamo sullo schermo e tanto ci terrorizza sembra a pochi passi da noi e in alcuni casi si sta già attuando. La stessa scrittrice d’altronde ha raccontato che, dallo stupro all’infibulazione, tutte le pratiche elencate nel romanzo sono tratte dalla realtà.
Uno scenario horror
Questo spiazzante capolavoro (qualsiasi altra definizione sarebbe una diminutio) rappresenta l’opera più rivoluzionaria sul panorama seriale, uno specchio dei giorni nostri che ci mette di fronte ad orrori che invece preferiremmo ignorare. Che si vogliano cogliere i parallelismi con l’epoca di Trump oppure no, questi dieci episodi sono già entrati nella storia: molte donne negli Stati Uniti stanno marciando con addosso i mantelli rossi delle protagoniste per difendere i diritti umani, come nel caso dell’Ohio quando il Parlamento a giugno discuteva una proposta di legge per proibire l’interruzione di gravidanza entro il secondo trimestre di gestazione. Si moltiplicano i tatuaggi con il motto “Nolite te bastardes carborundoum”, una frase che Difred trova incisa nell’armadio e che incita alla disobbedienza civile in uno stato governato dalla corruzione e dagli interessi di pochi. Gilead inneggia alla vita semplice, ai valori di un tempo, alla rigida osservanza religiosa, mentre priva i cittadini di qualsiasi dignità: cosa ci ricorda? Esempio eccezionale di narrazione brillante incastonata in una cornice visiva di rara perfezione estetica, ‘The Handmaid’s Tale’ travalica l’esperienza televisiva, porta all’indignazione, alla presa di coscienza e all’azione.