TivùSat al via

Parte a fine mese la piattaforma satellitare Rai-Mediaset-Telecom, che apre nuovi scenari nel campo del digitale e degli equilibri fra i gruppi dei media in Italia.

Parte ufficialmente il 31 luglio la nuova piattaforma satellitare TivùSat che vede tutti insieme Rai, Mediaset e Telecom Italia Media e che è stata vista inizialmente, ed ancora oggi da alcuni, come l'attacco di Mediaset, ma anche della Rai, a Sky, ovvero la soluzione che permetterebbe a di “smarcarsi” da Rupert Murdoch.
TivùSat offrirà in chiaro RaiUno, RaiDue, RaiTre, Rai 4,Rai Gulp, Rai Sport Più, Rai Storia, Rai News 24, RaiMed, Canale 5, Italia 1, Rete 4, Boing, Mediashopping, Bbc World, France 24, ClassNews, Sat 2000, Euronews e K2.

TivùSat, che fa riferimento alla società Tivù che opera nel digitale terrestre (è partecipata al 48,25% dalla Rai, al 48,25% da Mediaset e al 3,5% da Telecom Italia Media), si pone come obbiettivo il raggiungimento di 1,5 milioni di famiglie, quegli italiani che si suppone non riusciranno a vedere tutti i canali digitali terrestri; con TivùSat, potranno vedere i canali citati senza essere costretti a fare un oneroso abbonamento a Sky.

A chi voleva vedere nell'operazione una mossa strategica per ridimensionare il ruolo di Sky i dirigenti delle due aziende interessate (Rai e Mediaset) hanno riposto negativamente; in effetti però proprio in questi giorni c'è in ballo la rinegoziazione affinché la Rai possa restare su Sky.
La Rai ha in scadenza a fine luglio il contratto con Sky e a chi dice che non abbia intenzione di rinnovarlo ha risposto Giancarlo Leone: «Le tre reti generaliste non sono sul tavolo della trattativa, tutto il resto dell'offerta Rai si vedrà oppure non si vedrà più su Sky a seconda di come andrà a finire questa trattativa».
Il contratto prevede che Sky trasmetta i canali di RaiSat per una cifra da ridefinire (la Rai non ha presentato una controproposta a Sky, la cui offerta era giudicata insufficiente). Ma tutta l'attenzione (anche economica) si è invece incentrata sui tre canali Rai generalisti su Sky, che quindi - sembrerebbe di capire da Leone - continueranno ad essere in chiaro sulla piattaforma, anche perché l'Agcom sembra voler dire la sua in merito (con compenso o senza?). Ma a pochissimi giorni dalla scadenza in realtà si naviga nella più completa incertezza.

Per Mediaset invece le cose per ora non cambiano perché l'accordo con Sky (anche per Mediaset Plus) è ancora in piedi e pare scadrà non prima di un paio d'anni. «Sia chiaro - ha detto Marco Giordani di Rti-Mediaset - che noi non prendiamo un euro da Sky per le nostre reti generaliste, quindi è sbagliato dire che scendiamo da Sky, perché in realtà non ci siamo mai saliti».
Anche qui in realtà la situazione è più complessa ma Mediaset sembra chiamarsi fuori dalla questione, lasciando quasi la Rai col il cerino in mano.
Sky da parte sua ha già acquisito Gambero Rosso, sostituirà (se Raisat non ci sarà più) RaiSatCinema con Cinema Italia (che comunque partirà a breve), farà diventare Cult (di Fox) un canale tutto di cinema e per SkyUno ha acquisito anche i diritti del Letterman Show (ex Rai) che arricchirà e affiancherà l'offerta del 'Fiorello Show'.

Ma torniamo assolutamente a TivùSat. Un discorso a parte è quello del decoder. Con TivùSat sarà sul mercato, dai primi di agosto, un nuovo decoder che costerà circa 100 euro. Per vedere i canali di TivùSat basterà inserire una card gratuita e fare una telefonata per l'attivazione.

Oltre ai 22 canali in chiaro TivùSat offrirà uno spazio a tutti gli altri editori televisivi e questo può aprire un discorso legato alle Tv locali. La nuova società è infatti aperta alle tv private nazionali (anche se Retecapri lamenta un'emarginazione di fatto) ma potrebbe esserlo anche alle locali. Di fatto le Tv locali più importanti, di una certa dimensione, potrebbero prendere in considerazione la piattaforma. Ma si tratta anche di un investimento importante, dal quale ci potrebbe poi essere il rischio di non riuscire a rientrare.

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