Per adesso siamo a zone montane della regione (dopo che la Lunigiana, dopo La Spezia, è stata ‘rinviata’) ma il temutissimo switch-off toscano è iniziato. Le graduatorie cambiano continuamente e intanto regna sovrano un grande caos.
Secondo un'agenzia Agipress delle scorse ore, «continua l'attività della Sala Operativa regionale (della Toscana) per lo switch-off attiva presso la Sede di UNCEM Toscana, via Cavour 15 a Firenze.
Secondo le ultime segnalazioni arrivate, e i contatti che i tecnici della sala hanno effettuato per verificare lo stato dell'arte delle zone interessate dallo switch off, non ci sono particolari problemi per i Comuni della Garfagnana che stanno gradualmente passando al digitale. Ciò è frutto anche del lavoro svolto in questi giorni di UNCEM e Regione…
Per la Garfagnana, dunque, nessuna criticità, la sala operativa sta monitorando e verificando la copertura nelle zone più marginali in collaborazione con i Comuni.
Le criticità riguardano le emittenti locali, che, non vedendosi ancora assegnate le frequenze dal Ministero a switch off avviato, non sono ancora in grado di organizzare dal punto di vista sia logistico, ma soprattutto tecnico, l'installazione degli apparati necessari. Inoltre il Ministero ha pubblicato una nuova graduatoria per l'assegnazione delle frequenze alle emittenti, con modifiche sostanziali e quindi una riformulazione delle assegnazioni. Il tutto, effettuato con lo switch off in atto, sta creando disagio. Situazione più agevole quindi per le emittenti nazionali, estremamente negativa per quelle locali».
Tvdigitaldivide.it spiega a sua volta la delicatisisma situazione in atto in questi termini:
«Lo switch-off del digitale terrestre per la Toscana è partito, ma paradossalmente le Tv locali della regione non sanno ancora dove accamparsi e se manterranno le frequenze Tv.
In seguito alla razionalizzazione dello spettro elettromagnetico, disposto dall'UE, che dovrebbe liberare 9 canali Tv in favore delle nuove tecnologie del 4G per la banda larga mobile (già vedute dallo Stato), l'Agcom e il Ministero dello sviluppo hanno imposto l'esproprio dei canali 61-69 UHF alle sole emittenti regionali, alcune delle quali dovranno necessariamente traslocare su altre frequenze. Il dicastero e il Corecom per la Toscana hanno stilato le graduatorie per l'assegnazione delle frequenze rimanenti, ma per ben tre volte il Ministero dello sviluppo, pressato dalle minacce di ricorsi e dalle vibranti proteste, ha rimescolato le carte, proponendo e correggendo in successione tre classifiche, e generando un pasticcio senza precedenti.
L'ultima graduatoria pubblicata… in abissale ritardo, che va ad assegnare (di nuovo) solo 18 frequenze per ben 56 emittenti che hanno fatto domanda, ha accontentato alcuni e ha lasciato con un cerino in mano una ventina di Tv. Rimangono ancora fuori dalle assegnazioni infatti Televisioni di importante rilevanza per il territorio toscano come Noi Tv, Antenna 5, Valdarno Channel, Tv1, che hanno presentato invano ricorsi e istanze di riammissione al Ministero.
L'Assostampa Toscana ha denunciato nei giorni scorsi la gravità della situazione che rischia di far chiudere molte emittenti «visto che la graduatoria non premia lavoro, professionalità e il legame con il territorio delle emittenti. Erano sbagliati i parametri fin dall'inizio, - ha affermato Assostampa - , se consideriamo organici, professionalità e servizi garantiti da emittenti come Noi Tv».
Ma la vicenda delle emittenti escluse dalle frequenze del digitale terrestre ha provocato una reazione nel Consiglio provinciale di Firenze che ha emesso delle disposizioni per trovare una via d'uscita, in particolare per le Tv Antenna 5 e Valdarno Channel, che trasmettono nella provincia.
Per garantire il pluralismo dell'informazione e il lavoro e la professionalità di tecnici e dei giornalisti delle emittenti locali, soprattutto per quelle tagliate fuori dalle graduatorie Corecom, la Provincia di Firenze accoglie l'appello dell'Assostampa Toscana e richiede al Governo e al Ministero dello Sviluppo Economico la proroga del passaggio al digitale terrestre per l'emittenza televisiva locale per molteplici e condivisibili ragioni, tra le quali, l'impossibilità da parte delle emittenti escluse di poter essere operative nei tempi stabiliti per tale passaggio in quanto devono seguire tutte le procedure di legge per poter affittare frequenze presso gli operatori che sono risultati assegnatari (la procedura in effetti è particolarmente lunga, complessa e 'barocca'; Ndr.).
Un eventuale slittamento dello switch-off delle sole Tv locali (cioè il rinvio dello spegnimento di segnali analogici) provocherebbe però un caos di inteferenze tra le frequenze analogiche locali e quelli digitali nazionali, che nella maggior parte dei casi potrebbe creare insormontabili problemi di ricezione per l'utenza di molti canali televisivi. Un vero pasticcio digitale».
Da una serie di telefonate che stiamo facendo alle varie emittenti coinvolte nella vicenda (in particolare quelle 'escluse') emerge un dato ulteriore: in diversi casi l'impressione è che si stia cercando in extremis una 'soluzione all'italiana', ricavando canali laddove possibile, per determinate zone della regione. In questa maniera, alcune singole emittenti potrebbero trovare spazio anche come operatori di rete (magari su scala molto locale); in altri casi ci si intende affidare a emittenti sempre della propria zona 'più fortunate' (piuttosto che fare ricorso al lungo iter del 'must carrier'), perché il problema è continuare a trasmettere subito. L'ultimo caso è proprio quello del ricorso legale, con tempi però da valutare.
Specifici interrogativi restano sulla sorte di emittenti del gruppo Barbagli che non hanno neppure presentato domanda al Ministero, come Tele Toscana Nord e Teletirreno.
Ma soprattutto a regnare sovrano in Toscana in queste ore sembra un gran caos, peraltro facilmente prevedibile fin dalla vigilia.
(ha collaborato Aurora Gonevi)