Sembra quasi precipitare la crisi dell’azienda di Viale Mazzini con minacce di dimissioni, scioperi, rotture di trattative, faide di vario genere. Duello Garimberti-Masi mentre la situazione economica è sempre più seria.
Prendiamo intanto le notizie di queste ore da 'La Stampa':
«Un nuovo rinvio su nomine di peso, una crisi sfiorata e per ora evitata in “zona Cesarini” con la riunione del Cda sconvocata per questa settimana. Resta difficile la situazione in Rai e torna a toccare, dopo i casi Santoro, Gabanelli, Fazio-Saviano, un corposo pacchetto di nomine già portato dal Dg Mauro Masi in Consiglio a fine luglio, rinviato ai primi di agosto e poi di nuovo a dopo l'estate: un pacchetto che comprenderebbe, in primis, il cambio direzione di Rainews e RaiDue, con Corradino Mineo sostituito da un esterno - Franco Ferraro di Sky - e destinato a Mosca, e Susanna Petruni al posto di Massimo Liofredi, dirottato ai diritti sportivi.
Un pacchetto su cui la minoranza si è fermamente opposta dall'inizio e sul quale il Presidente Paolo Garimberti già il 29 luglio auspicava la massima condivisione, vedendo su questo anche il Dg d'accordo. Obiettivo mancato nel Cda del 5 agosto, quindi un nuovo rinvio, fino a ieri. Quando i consiglieri di minoranza, in attesa di avere i curricula delle nuove nomine, facevano sapere che non avrebbero partecipato al voto, domani. Una situazione che ha spinto il Presidente Garimberti a sconvocare il Cda, perché si sarebbe creata una forte spaccatura, una condizione insostenibile anche per il suo ruolo di Presidente di garanzia, tanto da essere pronto a lasciare. Quindi il rinvio a giovedì prossimo, con l'auspicio che si trovi una condivisione che eviti l'aventino della minoranza e dunque anche un gesto estremo che aprirebbe a scenari non inediti per la Rai ma forse non auspicabili per l'azienda.
Una settimana per evitare la rottura dunque, difficile capire se ci si riuscirà. Ieri Masi contava, per tutto il pacchetto di nomine, su una maggioranza compatta, senza la quale difficilmente lo avrebbe portato in Consiglio. Condizione che, se resterà tale, gli permetterebbe di ripresentare le stesse nomine, con il rischio però che si riproduca lo stesso scenario evitato oggi, i tre consiglieri fuori e Garimberti che a quel punto potrebbe considerare di lasciare. Ipotesi che oggi, dopo il rinvio, il Presidente vedrebbe più lontana, sperando che per responsabilità si trovi una mediazione che consenta quantomeno alla minoranza di partecipare, seppure con un voto contrario. Ipotesi che però resta e che potrebbe aprire alla possibilità di una presidenza guidata dal consigliere anziano Guglielmo Rositani e di un Cda ridotto, come già successo in passato, anche dopo la presidenza Annunziata.
Situazione difficile dunque, e resa dei conti probabilmente solo rinviata. Intanto i consiglieri di minoranza Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e Rodolfo De Laurentiis scrivono al Presidente Zavoli per esprimere la loro preoccupazione per il rischio di una «crisi irreversibile», per chiedere «una guida» che faccia gli interessi dell'azienda, per lamentare la gestione del piano industriale. Lettera di cui Zavoli ha dato conto oggi durante l'Ufficio di presidenza della Vigilanza, che audirà i vertici Rai perché, dice il Presidente, c'è una «situazione di disagio» che si aggrava. Contro il Dg anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, «prenda atto che la sua esperienza è finita». Mentre Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, critica Garimberti che, da Presidente di garanzia «non può porre pregiudiziali».
A fronte di questa baraonda la situazione economica dell'azienda è sempre più difficile (già l'anno scorso su queste colonne avvertivamo che prendendo strade come la rottura per pure ragioni politiche con Sky la Rai si sarebbe trovata presto in serie difficoltà economiche) e finora è stato fatto pochissimo. Solo ora si pensava a tagli di vario genere, obbligati da un deficit che stava correndo pericolosamente.
Intanto, i giornalisti della Testata Regionale della Rai incrociano le braccia per uno sciopero proclamato dall'Usigrai contro l'ipotesi della cancellazione dell'edizione notturna della Tgr.
Non basta: secondo un comunicato sindacale unitario (compresi i sindacati autonomi) della Rai, «il 25 ottobre le Segreterie Nazionali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-UiI, Ugi Tecomunicazioni, Snater, Libersind Conf.sal, hanno incontrato il Direttore Generale della Rai Mauro Masi proseguendo l'incontro del 27 settembre sui temi del piano industriale.
Le 00.SS. hanno preso atto che il C.d.A. ha rigettato le richieste del Sindacato di rimuovere dal piano industriale il macigno delle esternalizzazioni di attività, degli esuberi del personale e delle cessioni di asset aziendali, elementi che sgombrati dal tavolo avrebbero poi permesso alle parti di aprire un confronto per ricercare soluzioni condivise alla attuale crisi economica aziendale.
La risposta da parte di Slc-Cgil, Uilcom-UiI, Ugi Tecomunicazioni, Snater, Libersind Conf.sal a questo miope atteggiamento del vertice Rai è l'avvio di una fase di conflitto e di lotta a tutela dell'attuale perimetro occupazionale e aziendale.
II C.d.A., emanazione della politica che occupa la Rai, si è dimostrato miope alle richieste sindacali sul piano industriale di cui il Direttore Generale si era fatto carico dopo l'incontro del 27 settembre. Questo non esclude che se il Direttore Generale, prima di varare il piano industriale, avesse avuto il senso di responsabilità e l'umiltà di relazionarsi con il sindacato, anziché seguire le indicazioni di costose consulenze esterne, oggi non saremmo in questa deprecabile situazione».
E avanti così. Cosa ha fatto la Rai di fronte a tutto ciò, quali decisioni ha preso?
Il Cda ha solo approvato (la scorsa settimana) il progetto di fusione di Rai Trade (la società che promuove le proprietà intellettuali del gruppo Rai e ne commercializza i diritti) in Rai.
Nel corso della stessa seduta - apprendiamo da www.key4biz.it - «il direttore Risorse umane e organizzazione Luciano Flussi ha presentato al Consiglio di Amministrazione lo stato di avanzamento del Piano Industriale 2010 - 2012 che prevede, lo ricordiamo, le linee guida strategiche da adottare per superare la crisi e meglio rilanciarsi sul mercato televisivo e pubblicitario, oltre che sulle azioni di riequilibrio economico da portare avanti nel prossimo triennio.
Affrontato inoltre, anche il discorso dell'andamento dei ricavi pubblicitari Rai che confermano, per il 2010, il raggiungimento dell'obiettivo del + 4% rispetto all'anno precedente. Argomento questo, portato dinnanzi al Consiglio dall'amministratore delegato di Sipra, Aldo Reali».
Tutto qui. Certo, incorporare Rai Trade sarà importante, però…