Procede in Parlamento l’esame del famoso disegno di legge 1138, che al Senato sta facendo finalmente vari passi in avanti, dopo anni di attesa inutile.
Superato (almeno per ora) lo scoglio della Rai, quanto a proprietà (resterà in maggioranza pubblica) e criteri di nomina del Cda (che cambieranno e si amplieranno rispetto a quelli attuali), si è passati all'esame del passaggio alla Tv digitale.
E qui ci sono importanti novità: la sperimentazione iniziata da Rai e Tele+ potrà essere effettuata da tutti i concessionari o autorizzati e anche da quanti hanno una licenza (quindi anche da Stream, mentre non si sa se potranno farlo quanti hanno in mano solo una sentenza favorevole da Tar e, magari, Consiglio di Stato, come Retecapri, ReteMia e Rete A), ma solo fino a dicembre 2002, mentre a fine 2006 si passerà definitivamente al digitale (terrestre).
Un'altra norma fissa in sostanza il principio che l'attuale piano delle frequenze analogico varrà - soprattutto quanto a siti - anche per il digitale e dunque, di fatto, si passerà direttamente al digitale, evitando di applicare all'analogico un piano che era stato molto contestato.
Ci dovrebbe invece essere una delega al Governo per le emittenti locali, mentre resta sul tappeto il delicato problema degli affollamenti pubblicitari.
Ha invece provocato polemiche la norma che stabilisce che nella fase di sperimentazione gli attuali concessionari nazionali con più di una rete potranno trasmettere occupando direttamente fino a due terzi del pacchetto di programmi trasmessi per ciascuna emittente.
Si ritiene che tale norma consenta un limitato ingresso a nuovi "competitors" della scena televisiva, agevolando invece l'affermazione degli attuali (pochissimi) protagonisti di questo mondo.