Tv e giornali: da dicembre ‘incroci possibili’

Vanno a scadere a fine anno le nome che impediscono gli ‘incroci’ più ‘pesanti’ fra Tv e giornali quotidiani, per limitare la possibilità per un solo soggetto di essere protagonista su tutti e due i mezzi. E c’è chi si preoccupa subito di Berlusconi…

L'articolo che segnala il problema si intitolava (provocatoriamente?) «Se il Cavaliere compra il 'Corriere della Sera'» ed è apparso nelle scorse settimane nella rubrica del sabato di Giovanni Valentini su 'Repubblica'. Ecco il 'passo' più significativo:

«…Veniamo alla regolarità della competizione elettorale, a cominciare dalla questione tuttora aperta del conflitto d' interessi. Già a suo tempo l'ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, scrisse che senza aver risolto questo problema "la legislatura non sarebbe neppure cominciata".
Ma alla fine del prossimo dicembre, in base alla famigerata legge Gasparri, scadrà la norma della vecchia legge Mammì che vietava a chi possiede tre reti televisive di acquisire il controllo dei giornali. E il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi - se e quando volesse - potrebbe acquistare anche il quotidiano di via Solferino o qualsiasi altro, ammesso che con le sue larghe disponibilità o con altri mezzi riesca a convincere gli attuali proprietari a vendere. Negli archivi di Montecitorio, dal 30 aprile scorso giace in proposito una micro-proposta di legge i cui i primi firmatari sono Paolo Gentiloni (Pd), Giuseppe Giulietti (IdV) e Roberto Rao (Udc).
Il testo contiene un solo articolo, di poche righe, che proroga ulteriormente al 31 dicembre 2015 una tale eventualità. Non è arrivato ormai il momento di mettere ai voti questa proposta e magari di approvarla?».

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