Ecco alcune notizie abbastanza inedite sul decreto legislativo del Governo approvato venerdì scorso.
Il testo del provvedimento non è ancora noto, ma è importante segnalare che nel pomeriggio di venerdì 23 marzo, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi, ha approvato anche uno schema di decreto legislativo che aggiorna e potenzia la normativa di disciplina dell'esercizio delle attività televisive a tutela degli spettatori di minore età (ricordiamo che con “decreto legislativo” - abbreviato con D. lgs. o D. lg. - o “decreto delegato” si intende, nel diritto costituzionale italiano, un atto normativo avente forza di legge adottato dal Governo in sede di Consiglio dei Ministri su delega del Parlamento).
La questione è delicata, perché l'Italia continua ad essere un Paese nel quale il sistema televisivo non mostra particolare sensibilità nei confronti dei minori. Anche in prima serata, talvolta, vengono infatti messi in onda programmi che definire “inadatti” ai minori (soprattutto per il carico di violenza, talvolta morbosa) è veramente un eufemismo. Ed ancora oggi vige la pratica di una “segnalazione” (a partire dal “cubo” della Rai, che viene connotato da una righetta rossa) che scompare pochi attimi dopo l'inizio del programma, come se non fosse noto a chiunque che la fruizione dei programmi televisivi è erratica e che lo “zapping” è pratica normale e diffusa.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri annuncia che le modifiche approvate uniformano, sul piano lessicale, le norme italiane con la disciplina comunitaria, e la arricchiscono con alcune ulteriori previsioni a tutela dei minori, recependo gli orientamenti espressi dal Comitato per la Tutela dei Minori. Questo Comitato, a parer nostro, è un'entità che finora ha mostrato incisività… fantasmica.
Una novità vera sembra però esserci, nel provvedimento annunciato, e ne siamo lieti: i piccoli spettatori (ovvero i loro genitori) verranno avvisati mediante la presenza per tutto il programma - e non più solo all'inizio, come finora - del simbolo visivo che avverte dei contenuti inadatti e mediante un più ampio utilizzo delle nuove tecnologie che consentono al genitore di utilizzare codici personali di accesso.
Scatta anche un “divieto assoluto” di trasmettere programmi pornografici o violenti “gravemente nocivi per i minori” (definizione - ahinoi - sfuggente: chi lo “certifica”?!) anche in orari notturni, esclusi solo i programmi specificamente acquistabili a pagamento, con una più incisiva distinzione delle diversità tra il regime riferibile alle trasmissioni “lineari” (sia in chiaro che a pagamento) e quello per le trasmissioni “non lineari”, le sole che potranno ospitare programmi vietati ai minori di 18 anni.
Nello stesso provvedimento - “in risposta alle indicazioni ricevute dalla Commissione Europea” sostiene la Presidenza del Consiglio - sono state infine eliminate le ambiguità relative alla disciplina dei “trailers” inerenti le opere di nazionalità europea: in particolare, si escludono, a certe condizioni, i messaggi promozionali a favore dell'incremento della lettura e i “trailer” cinematografici di opere di origine europea, ai fini del calcolo dei limiti di affollamento pubblicitario.
Con il medesimo decreto, è stata anche definita la “quota minima percentuale” da destinare alla produzione delle “opere cinematografiche di espressione originale italiana ovunque prodotte”: non essendo ancora noto il testo, non si può comprendere se si tratti di una innovazione, ma comunque dubitiamo molto si possa trattare di una innovazione autentica, che possa ridare respiro alla produzione indipendente di cinema e fiction nazionale, che di ben altri interventi di sostegno ha necessità.