«L’Associazione Tv locali di Confindustria Radio Televisioni respinge con decisione - dice una nota - l’atteggiamento persecutorio in atto nei confronti delle emittenti locali e ritiene assolutamente non più accettabile l’attuale assetto normativo che penalizza un comparto già danneggiato oltre ogni limite, a partire dall’assegnazione delle frequenze e da una serie di successive norme che ne hanno ormai minato la stessa sopravvivenza.
Il prelievo oggi a carico delle Tv locali per diritti d’uso delle frequenze, diritti amministrativi e contributi per l’utilizzo dei ponti radio, secondo le stime dell’Associazione, ammonta infatti a circa 749.000 euro l’anno contro la somma massima omnicomprensiva di 17.776 euro pagati in regime analogico».
«In particolare - continua la nota dell’associazione - , il disegno di legge governativo ‘Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea - Legge Europea 2014′, attualmente in discussione presso la Commissione XIV ‘Politiche dell’Unione Europea’ della Camera dei Deputati, per la prima volta costringe le Tv Locali al pagamento di importi insostenibili a titolo di diritti amministrativi (ad esempio 64.000 euro per emittenti operanti su un territorio con popolazione compresa tra 1 e 10 milioni di abitanti). È evidente che si tratta di una situazione che richiede da parte del Governo una soluzione definitiva e non più rinviabile per il futuro di un comparto i cui ricavi negli ultimi 5 anni (dall’entrata del digitale terrestre) si sono ridotti del 70%, così come ridotte significativamente sono state anche le misure a sostegno».
La situazione è davvero preoccupante ma soprattutto dalle parti del Governo non vi sono iniziative che dimostrino la coscienza della drammaticità del momento. Una nota del sito www.newslinet.it evidenzia una nuova preoccupante prospettiva che in sostanza cancella i contributi pubblici che finora hanno (e sia pure sempre meno) sostenuto il comparto delle Tv locali. Eccola:
«Il governo Renzi ha in programma una sostanziale compensazione tra i canoni per i diritti d'uso (che entro il corrente anno diverranno un salasso per le Tv locali e le nazionali minori) e i contributi a favore delle Tv locali (che progressivamente scenderanno appunto fino al livello dei canoni).
Il ddl ‘Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea - Legge Europea 2014’, attualmente in discussione presso la Commissione XIV ‘Politiche dell’Unione Europea’ della Camera dei Deputati prevede, tanto per capirci, il pagamento di una somma di 64.000 euro a carico dei network provider che servono una popolazione compresa tra 1 e 10 milioni di abitanti. Più o meno quello che percepiscono allo stato i fornitori di servizi di media audiovisivi di derivazione analogica (gli ex concessionari), esclusi dalla graduatoria ma collocati tra gli aventi diritto al contributo "a pioggia".
Peraltro, la riforma del comparto dell'editoria allo studio della Presidenza del Consiglio di Ministri (Dipartimento Editoria) prevede l'allargamento della platea dei sovvenzionati ai fornitori di servizi di media audiovisivi nativi digitali (in applicazione alle previsioni normative), con l'effetto che, fermo restando il monte delle somme da erogare, esso dovrà essere spalmato su un numero di soggetti moltiplicato per almeno 4 volte. Di qui la ragionevole aspettativa di una fortissima riduzione delle somme spettanti ai collocati nella graduatoria di ripartizione (si parla di almeno il 50% delle cifre attuali, già ridottesi di una percentuale più o meno equivalente rispetto a un lustro fa) e di un bilanciamento tra canoni per i diritti d'uso e le provvidenze statali nella fascia indiscriminata».