A pochissimi giorni dalla fine dell’anno il Ministero mette mano finalmente anche all’isola e alla Regione montana per eccellenza. Ecco come, mentre dilagano in tutta Italia la protesta e i ricorsi (anche già vincenti) al Tar dopo le ‘famigerate’ graduatorie.
Nel clima assordante creato dalle graduatorie e dai mille pasticci ministeriali nelle attribuzioni dei canali (il caso più eclatante è quello di Telecupole, sul 23 in Piemonte, interferita/interferente non per colpa sua con il servizio Rai lombardo) anche Sardegna e Valle d'Aosta stanno vivendo i loro piccoli "rimpasti" di diritti d'uso.
Nell'isola si è cominciato oggi, partendo dalla fascia meridionale. Spenti per sempre Mediaset 6 e Timb4 (Rai 6 da tempo è un doppione di Rai 4, con uno spreco di frequenze notevolissimo), ci sono stati spostamenti che hanno permesso a Rete A e Retecapri di lasciare le zone alte della banda UHF (quelle da destinare all'Lte) ottenendo i medesimi canali già in uso nella fascia tirrenica. Infuriate le locali, con Tivuitalia costretta al 44 (canale 'con tutela' della Corsica) e Videolina che sul secondo mux troverà qualche emittente “parcheggiata” qua e là. Penalizzata anche Tcs, con cambio di entrambe le frequenze.
Oltretutto, la soluzione non è definitiva: i canali verranno rimodellati a immagine di quelli del resto della Nazione più avanti.
Più semplici le operazione in Valle d'Aosta: sparisce dall'etere Canale Italia (almeno secondo il masterplan in nostro possesso), mentre ci sono spostamenti che servono solo alle Tv che occupano canali delle Tv nazionali o sopra il 59. Due giorni, in pieno dicembre, per cambiare frequenza però sono segno di scarsissimo rispetto per gli editori, specie Mauro Pagliero che sotto il Monte Bianco gestisce parecchie reti.