Tv locali: una durissima partita

Editoriale del mese: gennaio 2011 –

Vogliamo partire da una notizia di inizio anno, di certo non positiva. Dahlia viene messa in liquidazione e gli svedesi di AirPlus sembrano non volerne più sapere del mercato televisivo italiano. Già, mercato. Ma c’è il mercato televisivo in Italia? In realtà non c’è, lo sosteniamo da anni, e questa è solo l’ultima controprova. Era mercato il duopolio, dove una presunta concorrenza Rai – Mediaset era in realtà vani cata dagli intrecci intercorrenti non di rado fra i due gruppi, favoriti e ‘cemen…

Vogliamo partire da una notizia di inizio anno, di certo non positiva.

Dahlia viene messa in liquidazione e gli svedesi di AirPlus sembrano non volerne più sapere del mercato televisivo italiano.

Già, mercato. Ma c'è il mercato televisivo in Italia? In realtà non c'è, lo sosteniamo da anni, e questa è solo l'ultima controprova. Era mercato il duopolio, dove una presunta concorrenza Rai - Mediaset era in realtà vani cata dagli intrecci intercorrenti non di rado fra i due gruppi, favoriti e 'cementati' dalla presenza a Palazzo Chigi dello stesso editore del gruppo privato presunto concorrente di quello pubblico? Era ed è mercato la pubblicità in Tv che va essenzialmente in una sola direzione, con - anche qui - una Sipra pubblica più teorica che vera concorrente di Publitalia?

Storia vecchia, conflitto di interessi nei fatti (purtroppo) 'accettato', dopo 17 anni, ormai.

Ma questo, appunto, era il duopolio, perché poi - si sa - è entrato in gioco Murdoch e se gli svedesi di Dahlia si sono solo (probabilmente) illusi di poter entrare in partita, il cosiddetto Squalo sul campo vuole esserci, eccome, e la sua immensa forza mondiale gliene dà la possibilità, anche partendo dalla 'nicchia di lusso' della pay-tv.

Mercato, allora? Diciamo triopolio, con il blocco Rai-Mediaset da una parte (almeno finnché la Rai vorrà disdegnare Sky, per 'scelta politica') e Murdoch a sgomitare moltissimo dall'altra, con alterni successi ma con prospettive interessanti.

E poi ci sono La7 - su cui, nonostante Mentana, sospendiamo ancora il giudizio - e i tanti altri che nell'etere e sul satellite ci sono sì ma tutti intenti a disputarsi una fettina di pubblicità (o in singoli casi di ricavi 'pay') minima, ma minima davvero.

Di questa fettina, da sempre, a noi interessa in particolare il comparto delle Tv locali e qui veniamo al punto 'vero' di questo mese. In questo caso l'avvenimento di fine 2010 è stata l'uscita di Frt e Aeranti- Corallo da DGTVi, una svolta, dopo che le locali avevano accettato di “fare la loro parte” nell'associazione che ha governato, più di altri, il processo di digitalizzazione di questi mesi ed anni.

Perché adesso e perché (secondo i critici) solo ora? Qualcuno ha osservato che questa scelta 'si poteva fare prima', che di motivi di insoddisfazione ce n'erano da tempo e anche che 'adesso è tardi'.

Riguardo a quest'ultima affermazione, speriamo davvero che non sia così, mentre sul resto si potrebbe probabilmente discutere all'infinito.

Le Tv locali, in realtà, sono un comparto debole nel panorama televisivo ma che, quando vuole, complessivamente, sa farsi sentire, eccome. Allora, probabilmente l'uscita da DGTVi fatta prima dello switch off della Lombardia e del Nord - momento chiave già rinviato due volte - avrebbe signi cato bloccare e rimandare per un tempo inde nito la digitalizzazione televisiva italiana. E anche le locali ne avrebbero sofferto tanto, in un momento già di forte difficoltà.

Perché poi di problemi ce ne sono a non finire e secondo la Frt, il 2010 è anzi stato 'l'annus horribilis' delle Tv locali, a causa di scelte fatte in senso contrario all'asserito interesse per il comparto. L'ultima però ha fatto traboccare il vaso: se una locale (o un consorzio di locali) fa un'attività di 'operatore di rete' per un gruppo nazionale (come è ovvio avvenga nello scenario digitale) la relativa numerazione LCN sarà fra quelle delle Tv locali, con le conseguenze del caso.

L'idea sembra essere quella che le locali debbano fare le locali e basta, e il resto spetti solo ad altri.

Questa pesante imposizione ha trovato una forte opposizione e speriamo ci sia da parte di Governo (e Agcom) un ripensamento, pena il possibile collasso effettivo del settore. Ma ci piace iniziare l'anno con una nota di speranza e allora vi invitiamo a leggere l'articolo di copertina su TG Norba 24. Montrone vede molto nero per le locali - beninteso - ma insieme rilancia e combatte. E ci pare una bella cosa.

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