Tv locali, uno sguardo a est con il Golden Beggar

Tra gli eventi da ricordare del 2015 c'è anche il Golden Beggar, l’International festival of local televisions (IFoLT), che quest’anno si è arricchito di nuovi stimoli e nuove idee: il ricorso al crowdfunding, con risultati oltre ogni aspettativa, e l’organizzazione di una parte della manifestazione a Uzghorod, in Ucraina

“L’idea di trasferire parte del Festival in Ucraina",  ha detto Eva Dekanovska, presidente del Festival, "nasce con l’intenzione di fare in questo Paese quello che il festival ha fatto in altre parti d’Europa, ovvero creare un network di produttori, incoraggiare la realizzazione e lo scambio di programmi. Ma c’è soprattutto la volontà di rispondere all’urgenza di un Paese vicino”. In cooperazione con l’European Media Center di Uzhgorod e la Tv via Internet Korzo, l’IFoLT, che ha avuto luogo dal 17 al 21 giugno, si è trasferito per due giornate nella vicina Ucraina. A proporre l’idea è stato il direttore dell’European Media Center, Nikolaj Koshuta (che abbiamo intervistato), che ha ipotizzato di creare un festival in Ucraina.

Ucraina protagonista

Tra i panel di discussione c'era un dibattito tenuto da partecipanti provenienti da Repubblica Ceca, Serbia, Slovacchia, nel quale si è parlato di sviluppo ed evoluzione dei media nei diversi Paesi nell’ambito delle rispettive transizioni politiche ed economiche. Con i colleghi ucraini si è parlato soprattutto delle particolari circostanze del Paese alle prese con la guerra al confine orientale e dopo la scissione dela Crimea. Un conflitto che, nell’occasione, è stato testimoniato tramite un video realizzato con uno smartphone da Halyna Servinka. Halyna, partita come infermiera nelle zone del conflitto con la Russia, ha raccontato come si è trasformata in giornalista per testimoniare quello che ha visto nella zona di Donetsk con l’uso di uno smartphone. Attualmente Halyna lavora come giornalista per una Tv di Kiev.

Il festival è stato però soprattutto l’occasione per fare il punto dei media in Ucraina. In base al rapporto di Irex Pro Media su dati del Consiglio nazionale per la televisione e Radio (dati riferiti al 2014) vi sono 42 canali tv nazionali, 130 regionali e 201 locali; 15 radio nazionali, 57 regionali e 223 locali. 
Attualmente sono sei tv private a dominare il panorama televisivo ucraino e tre di queste - STB, ICTV e Novyi Kanal - appartengono all’oligarca Viktor Pinchuk, il genero dell’ex presidente Leonid Kuchma; Ukraina Media Group appartiene al miliardario, Rinat Akhmetov; 1+1 è dell’oligarca Ihor Kolomoiskyi, mentre Inter appartiene al miliardario Dmytro Firtash e a Sergiy Levochkin (ex dirigente dell’amministrazione). Levochkin recentemente ha acquistato le azioni della russa Pervi Kanal in Inter per 100 milioni a seguito del divieto per i russi di possedere media in Ucraina. Il presidente Poroshenko possiede 5 Kanal che ha detto di non voler vendere. Con l’occupazione russa della Crimea e il conflitto militare nelle regioni del Donetsk e del Lughansk i residenti ucraini si sono trovati senza fonti d’informazione. I canali televisivi ucraini sono stati chiusi il 9 marzo 2014; il 50% degli abitanti della Crimea seguono tv via cavo, sui quali i canali ucraini sono rimasti disponibili per un po’ di tempo. All’inizio del 2015 il governo della Crimea aveva dichiarato che il 90% degli operatori via cavo della regione avevano chiuso i canali di news ucraini a causa di una carenza di interesse da parte degli abbonati. Inoltre nello stesso periodo nella regione della Crimea si sono registrati 167 nuovi media : 107 locali ed i rimanenti affiliati ai media della Federazione. Sempre a febbraio 2015 il parlamento ucraino e il Servizio di Sicurezza hanno stilato una lista di un centinaio di giornalisti di media russi ai quali veniva negate l’accredito in Ucraina, mentre nel 2014 sono circa 88 i giornalisti russi che sono stati espulsi dal Paese e ad 83 è stato negato l’ingresso in Ucraina.

Un momento difficile

Tornando a Uzghorod e al Golden Beggar, nella cittadina al confine Ovest dell’Ucraina abbiamo incontrato Nikolai Koshuta, direttore dell’European Media Center e del giornale Journalist Transcarpathia, oltre che segretario del Sindcato nazionale di giornalisti ucraini. Abbiamo chiesto a Koshuta cosa significhi fare informazione in Ucraina, partendo proprio dal Golden Beggar.

Come ha Saputo di questo festival?

Ho conosciuto il Golden Beggar nel  2014 e ne avevo preso parte con la tv online I "TV Korzo" dove era stato presentato il nostro film "Where Dusty Roads Come to An End". Alla fine del 20° festival abbiamo suggerito a Eva Dekanovskaya di organizzare parte della successive edizione del Golden Beggar in Ucraina, come gesto di solidarietà e supporto nei confronti dei giornalisti europei dell’Ucraina e in particolare ai giornalisti ucraini che seguono il conflitto.

Qual è il contributo che il Golden Beggar dà ai media ucraini in questo momento?

Spero che l’iniziativa di portare parte del Golden Beggar in Ucraina sarà un forte impulso per rafforzare i principi democratici di sviluppo dei media ucraini, basato soprattutto sulla crescita dei mass media regionali. Il lavoro dei media regionali è, fuor di dubbio, l’efficace strumento d’informazione delle società civili senza i quali, secondo me, l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europa è impossibile. Nella recente storia del Paese c’è stata la Rivoluzione Arancione nella quale i politici favorevoli all’Europa hanno promesso uno sviluppo del Paese, la creazione di una vera società civile e di dare vita ad un sistema di tv pubblica e mass media liberi. Ma tutto è finito in vuote promesse e una delusione che è indubbiamente stata uno dei catalizzatori della rivoluzione seguente, nota agli europei come “Rivoluzione per la dignità”. Nel processo di formazione di una società democratica è noto il ruolo essenziale dei media, di tv regionali e locali che sono quelle più vicine ai problemi delle persone. Perciò oggi è necessario un aiuto dei colleghi dei paesi europei e di altri in possesso di esperienza per la creazione e lo sviluppo dei mass media regionali. Ne ero estremamente convinto lo scorso anno parlando con i partecipanti all’edizione 2014 del Golden Beggar.

Può spiegarci brevemente l’attività dell’European Media Center nel suo Paese?

Il principio sta nel nome "European Media Center" come punto “di mezzo” dell’Europa; si trova a Dilove, nella provincia di Rakhiv, nella regione della Transcarpazia. Nel 1887, i geografi dell’Impero Austro Ungarico vi hanno installato un’indicazione storica e geografica e una grande pietra per segnare il centro geografico dell’Europa. Inoltre la Transcarpazia è circondata da quattro stati membri dell’Unione Europea (Romania, Ungheria, Slovacchia e Polonia), quindi i giornalisti della regione hanno creato l’European Media Center che vuole creare una stretta cooperazione tra giornalisti ucraini ed europei ed in particolare slovacchi, ungheresi, polacchi, rumeni e cechi. Nei cinque anni di attività i giornalisti ucraini dato vita a forme di collaborazione con i sindacati di giornalisti ceco, slovacco, ungherese e polacco; hanno organizzato mostre fotografiche, come "A lens without borders", gare sportive, seminari, scambi di esperienze professionali e incontri nella "The house of journalists" slovacco-ucraina sui monti Tatra. Inoltre organizziamo corsi con i giornalisti slovacchi ed ungheresi.

Quando sono nati i media locali in Ucraina?

I mezzi di comunicazione 'liberi' sono nati con la creazione dello stato ucraino. Prima i mass media locali e regionali erano statali ed erano manovrati dalle strutture di partito. Dopo il collasso dell’Unione Sovietica i media locali e regionali si trasformarono in municipali o private. Successivamente sono nati un gran numero di media controllati da oligarchi di partito e utilizzati solo per interessi di partito o finanziari dei singoli proprietari. Ma non c’è ancora una tv ed una radio di stato a livello nazionale in Ucraina.

Quindi qual è la situazione dei media indipendenti in Ucraina?

Con il segmento dei social network, forum, i new media, c’è un’indipendenza.

Quali sono state e sono le conseguenze della guerra sui media locali?

La guerra causa sempre grosse perdite. Il sangue, la morte sono tragedie umane e la guerra ha le sue leggi. Ed in questi tempi di guerra l’attività dei mass media è regolata da queste leggi. L’esperienza storica dimostra che in guerra i mass media sono usati come “l’informazione delle armi” in base alla quale sono accuratamente stabiliti non solo gli scopi ma anche i limiti dell’informazione, inoltre l’opinione delle organizzazioni internazionali è importante, come osservatore esterno. E più esaurientemente ne ha parlato nel 10 ° Rapporto dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

Qual è la sua opinione sui media indipendenti nel Paese?

Il giudizio sul livello di dipendenza o indipendenza dei mass media è soggettivo. Una società civile responsabile deve chiedersi nel suo Paese se è stato creato un sistema di mass media indipendenti, ma secondo me in Ucraina non c’è. Per ciò che riguarda la società e i giornalisti cerchiamo di aderire a un codice etico, ma che siano 'i precetti di Dio' o 'il codice etico dei giornalisti' raramente li seguiamo. Secondo me il criterio dell’indipendenza dei giornalisti è definita dal livello d’indipendenza della società. Ma non c’è una risposta logica: da cosa o chi dovremmo essere indipendenti?

Un premio ambito


Questi infine sono stati i premi assegnati alla 21a edizione del Golden Beggar:

  • Grand Prix Golden Beggar 2015 della Rappresentanza della Commissione Europea in Slovacchia per le società di produzione è stato assegnato a ‘Casitas’ (Spagna), diretto da Javier Marco
  • Grand Prix Golden Beggar 2015 del sindaco di Kosice per le Tv locali a 'Where you belong' (coproduzione Polonia-Bielorussia), regia di Andrei Kustila
  • Grand Prix Golden Beggar 2015 della City Tv Foundation per la categoria Giovani Autori a 'Sanctification' (Slovacchia), regia di Peter Gábor
  • Premio del Council for Broadcasting and Retransmission slovacco a ‘Baro Mariben’ (Slovacchia), diretto da Paula Ďurinová
  • Premio della Fogelsong Foundation – Usa a 'Listen' (Danimarca), diretto da Rungano Nyoni. Premio dell’associazione serba dei giornalisti Zora a ‘Ruka’ (Australia), diretto da Hossein Jehani
  • Premio del Tv Festival Pess Vitez a 'A theater from a shoebox' (Serbia) diretto da Predrag Radonjic
  • Menzioni speciali: 'Requiem fopr my father' (Francia) di Quentin Perez; 'It’s drizzling' (Taiwan) diretto da Lien Chien Hung; 'Amerykanka' (coproduzione Polonia-Bielorussia), diretto da Vikoar Korzoun e 'Balanja' (Iraq) diretto da Ali Rahee

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