Tv2000, il bilancio di un rinnovamento

A maggio Paolo Ruffini festeggerà tre anni alla direzione di Tv2000, l'emittente controllata dalla Conferenza Episcopale Italiana presente sul digitale terrestre e su Sky. Un lasso di tempo sufficientemente lungo per fare il punto della situazione sulla rete che è stato chiamato a rilanciare e rinnovare dopo le esperienze da direttore di Rai3 e La7

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Paolo Ruffini, direttore di Tv2000

Qual è il bilancio di Tv2000 dopo quasi tre anni di lavoro?

E' un bilancio positivo per diverse ragioni. La più importante è la maggior considerazione di cui godiamo nel mondo della comunicazione: possiamo competere nel campo delle tv native digitali e delle generaliste, con numeri piu piccoli di queste ultime ma con programmi dal linguaggio altrettanto contemporaneo. Abbiamo rinnovato totalmente il palinsesto rispettando gli appuntamenti più strettamente religiosi.

A questa innovazione è corrisposto un incremento dei numeri?

Sì, a questa considerazione qualitativa faccio seguire anche l'aumento di pubblico, che non è il nostro primo obiettivo ma è ovviamente importante. Al mio arrivo l'ascolto medio si aggirava intorno ai 70.000 spettatori e oggi siamo vicini a 100.000. I contatti giornalieri erano 2.700.000 e ora siamo a 3.300.000.

Tv2000 è una rete “diversamente” generalista. Come si tiene in equilibrio il suo palinsesto?

Abbiamo alcuni momenti cardine, ovvero le preghiere, la Messa, il rosario da Lourdes, l'Angelus, appuntamenti che richiamano decine di migliaia di persone. Poi c'è la parte che riguarda l'attività della Chiesa, ad esempio il quotidiano di informazione sul magistero del Papa, “Il diario di Papa Francesco”. E poi i programmi contenitore, con una struttura tradizionale al cui interno trovano spazio i temi fondanti per il cristianesimo. “Siamo noi”, nella fascia pomeridiana, racconta il volontariato, la solidarietà, la condivisione, la “Chiesa che esce”, come la chiama Papa Francesco. Alla mattina, in “Bel tempo si spera”, c'è poco gossip, poca cronaca nera, e molti incontri con persone interessanti che hanno qualcosa da dire. E poi ci sono i film, la musica, la cultura...

Ci Vediamo da Arianna - arianna ciampoli (1)

Arianna Ciampoli

I vostri programmi contenitore come si distinguono da quelli delle altre reti generaliste?

A distinguerli sono i temi ma soprattutto il modo in cui vengono trattati. Non siamo né escludenti né bigotti perché cerchiamo di essere interessanti e di confrontarci con tutti. Siamo sì lontani da certi temi, soprattutto quelli che la tv crea artificiosamente, ma non chiusi. Se raccontiamo la violenza sulle donne, evitiamo la brama voyeuristica che cercano altri.

C'è un programma che riassume tutte le caratteristiche della rete?

Sono tanti, ma in particolare vorrei citare “Kemioamiche”, una docu con protagoniste sei donne accomunate dall'avere un tumore al seno. Era una sfida difficile: fare un programma contemporaneo che usasse il linguaggio del docu-reality ma insieme raccontasse con sobrietà e leggerezza un tema durissimo. Un programma educativo, di utilità sociale sulla prevenzione e la cura della persona, che riuscisse ad essere insieme emotivo e razionale, leggero e profondo. Una sfida vinta.

Kemioamiche - Marini - Monacelli - Masetti - Filzi - Marsili - Pirrotta

Kemioamiche

Avete anche recuperato “Sconosciuti” che andava in onda su Rai3. Perché?

“Sconosciuti” è un carotaggio del  mondo che attraversiamo. Ti racconta persone e storie semplici, normali, con un linguaggio che è contemporaneo e antico insieme. Mi sembrava che fosse perfetto per la nostra rete che fa un caposaldo dell'incontro con l'altro. Avevo letto sui giornali che il programma era libero, che i diritti non erano più della Rai, e così li abbiamo acquisiti dalla società che produce il programma.

Come scegliete i conduttori?

Non avendo la possibilità di competere con le reti maggiori per gli ingaggi, ci muoviamo in due direzioni. Una interna, selezionando in base alle capacità e alle competetenze. “C’è Spazio”,  programma di divulgazione scientifica, è affidato a Letizia Davoli, una nostra giornalista laureata in astronomia. Su Lucia Ascione, una nostra conduttrice molto amata, abbiamo costruito il programma del mattino “Bel tempo si spera”.

E l'altra direzione?

Siamo una generalista con una chiarissima linea editoriale, con dei valori precisi, e ciò ci rende interessanti per professionisti esterni affini al nostro progetto. Per esempio Michela La Ginestra con un programma su rapporto nonni-nipoti, Piero Badaloni per l'attualità o Licia Colò per ambiente e viaggi, trattati meno come turismo e più come conoscenza.

In questi anni avete dedicato la stessa attenzione anche al Web e ai Social?

Sì, ci teniamo tantissimo perché sono uno strumento per rendere più continuativo il rapporto con il pubblico. Alla crescita dell’emittente negli ultimi tre anni corrisponde un rafforzamento della presenza sulle piattaforme web e social, che hanno triplicato le performance. Solo nel 2016: 10 milioni di pagine sfogliate sul sito tv2000.it, 1 milione e 700mila di utenti unici e oltre 700mila utenti collegati contemporaneamente al live streaming. Il canale You Tube è cresciuto del 53% nel 2016 e ha raggiunto oltre 65 milioni di visualizzazioni.

Abbiamo iniziato facendo un bilancio di rete. E il suo bilancio personale?

E' ampiamente positivo, è stato entusiasmante fin dall'inizio e bello, perché si lavora bene quando si ha un mandato chiaro: il nostro era fare una tv cattolica che, nei limiti delle sue capacità economiche, potesse competere a livello di linguaggio con le altre tv e raccontasse il mondo con gli occhi di chi crede ma costruendo ponti con gli altri, come dice il Papa. Per me che sono cattolico è stato naturale, e ancora più bello perché l'ho fatto con tanti giovani motivati. Questi tre anni sono volati.

Qual è stato il momento più emozionante?

Naturalmente la lunga intervista a Papa Francesco, realizzata insieme a Lucio Brunelli in occasione della chiusura del Giubileo della Misericordia. Un momento di grande impatto emotivo, soprattutto per me che non sono mai stato davanti alle telecamere e amo stare dietro le quinte. E' stata la prima e unica volta!

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