Pubblichiamo una sintesi della Relazione introduttiva del Presidente Rodolfo De Laurentiis all’assemblea generale del 9 luglio dell’associazione:
“L’ultimo anno è stato importante per Confindustria Radio Televisioni non solo perché è stato l'anno dell'avvio effettivo dell'Associazione, un processo articolato e sfidante, ma anche perché è stato l’anno della crescita.
Abbiamo allargato il perimetro associativo con l’ingresso di nuovi membri quali HSE24, Elemedia-Gruppo Editoriale l’Espresso e, in qualità di soci aggregati, gli operatori satellitari Eutelsat e SES Astra. Abbiamo esteso la rappresentanza del settore a livello internazionale aderendo all’ITU e all’Associazione Europea delle Radio. Abbiamo portato all’attenzione dei decisori politici e delle Autorità le principali istanze associative attraverso un’approfondita interlocuzione (di cui si trova traccia in molti dei provvedimenti chiave) e partecipando al dibattito pubblico e alle consultazioni sui maggiori temi di interesse industriale.
Rappresentanza, contenuti e comunicazione sono gli assi lungo i quali sono corse le iniziative più importanti. CRTV rappresenta oggi il luogo di sintesi di posizioni, fondamentale in un momento di mercato a forte turbolenza, per sostenere anzitutto che la piena apertura all’ingresso nel mercato dei nuovi modelli di business, che diversi fra gli Associati hanno in parte adottato, deve essere accompagnata dall’affermazione di un ‘level playing field’, un livellato campo di gara tra le diverse tipologie di servizio.
È stato un anno che ci consegna esperienze e competenze essenziali per cogliere le sfide che le trasformazioni in atto pongono all’industria: basti pensare al dibattito sul servizio pubblico, all'attenzione delle Istituzioni nazionali, comunitarie e internazionali verso la tassazione nell'economia digitale, al futuro delle reti terrestri nel processo di convergenza tecnologica, al riassetto del comparto dell'emittenza locale.
Digitalizzazione e connessione hanno mutato radicalmente il contesto in cui opera l’industria radiotelevisiva. Citiamo alcune evidenze.
La Televisione resta il primo mezzo per raccolta di investimenti pubblicitari in Europa (in 20 sui 28 Paesi EU). E tuttavia Internet già nel 2013 è il primo mezzo per raccolta pubblicitaria in 5 Paesi UE - Regno Unito, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca Rep. Ceca, con una quota sul totale mezzi superiore al 35%. Internet è anche il mezzo con il tasso di crescita più alto, è del + 75% la crescita media UE nel quinquennio 2009/13 (Fonte Osservatorio Audiovisivo Europeo)…
In Italia secondo le stime mensili (che escludono componenti importanti quali search, social, video e classified) Internet è il terzo mezzo con l’8% della raccolta pubblicitaria. Tuttavia le stime elaborate su base annuale (IAB Internet Advertising Bureau, Politecnico di Milano, Price Waterhouse Cooper) situano Internet intorno al 26%, secondo mezzo, in rapida ascesa. Le previsioni per il 2015 lo posizionano al 30%...
Questi dati indicano in definitiva che Internet è un mezzo che raccoglie quote significative, quando non maggioritarie, degli investimenti pubblicitari nei maggiori mercati europei ed è in rapida crescita. Internet è già a tutti gli effetti un competitor dei media tradizionali sulle risorse pubblicitarie.
Per quanto riguarda le risorse pay in Italia si registra un certo rallentamento, ma le prospettive di crescita permangono dal momento che la penetrazione della Tv a pagamento è ancora significativamente indietro rispetto a mercati geografici comparabili.
I ricavi dei nuovi servizi VOD non appaiono ancora paragonabili ai ricavi da abbonamento pay, il loro impatto ad oggi è ancora limitato. Tuttavia le nuove offerte, prima fra tutte Netflix, che a breve sbarcherà in Spagna e Italia, accelererà notevolmente alcune dinamiche di consumo…
In Italia… il consumo di televisione rimane alto: è stabile, 4 ore e 22 minuti la media giornaliera 2014, e a livelli più alti rispetto ai 5 maggiori mercati UE. Il consumo di televisione in Italia, controcorrente, è in crescita costante dal 2007.
Le ragioni di questa crescita sono sostanzialmente due: la multicanaliltà gratuita, oltre le numerazioni tradizionali, e la crisi economica…
… Radio e Tv restano i mezzi privilegiati per raggiungere audience di massa e le esperienze più avanzate stanno costruendo nuove forme di monetizzazione di questo capitale. L’esempio delle declinazioni social, dell’impatto degli eventi televisivi anche nel nuovo mondo online, misurati nel nostro Paese, primo in Europa, da Nielsen Twitter Ratings sono indicativi.
Televisioni e Radio hanno solidissime competenze nella produzione dei contenuti, tecnologie trasmissive, esperienze e professionalità editoriali, brand consolidati, talent.
Il settore radiotelevisivo intende cogliere le opportunità che i cambiamenti in atto offrono partendo dai propri punti di forza e quindi dall’innovazione…
Qui vogliamo solo anticipare qualche dato: sono oltre 75 i canali in HD su satellite pay, 10 sul sul DTT (free e pay), altrettanti sono accessibili su satellite free. A breve anche sul digitale terrestre gratuito verrà lanciata una guida elettronica ai programmi (EPG) evoluta, che arricchirà l’esperienza dell’utente (TivuOn). La televisione è già andata Over the Top con offerte gratuite di catch up Tv e archivi; e con offerte pay declinate su tutti i terminali.
Il futuro è già qui anche per la piattaforma digitale terrestre che (grazie ai nuovi standard di compressione e codifica - DVBT2 e HEVC - votati ad un uso più efficiente delle risorse frequenziali) consente di consegnare gratuitamente a larghi strati della popolazione un segnale ad alta definizione audio e video, esperienze di visione arricchita (EPG evolute, split screen, sottotitolazione), oltre a servizi smart anche sui monitor casalinghi.
La televisione ibrida il proprio segnale su reti a larga banda, moltiplica i servizi su piattaforme e terminali, sperimenta nuovi modelli di business. La radio, pubblica e privata, nazionale e locale punta sulla nuova tecnologia DAB.
Da queste e altre evidenze, quali la personalizzazione e socializzazione di contenuti che stanno rivoluzionando la fruizione dal lato degli utenti, emerge un contesto in rapida evoluzione, evoluzione che la televisione sta cavalcando.
Tuttavia dopo la digitalizzazione del segnale, la multicanalità e la personalizzazione dell’offerta, il settore radiotelevisivo si misura oggi con una filiera completamente nuova per attori, confini geografici e settoriali, modelli di business. Si confronta in un mercato “multiversante” come definito da AGCom…
La parità di trattamento è precondizione per lo sviluppo di un mercato sano. Devono essere corrette urgentemente le asimmetrie del sistema, che attualmente penalizzano gli operatori tradizionali che si muovono all’interno di un quadro vincolistico di norme stratificatosi nel tempo. Gli ambiti di intervento sono noti: tetti alla pubblicità, quote di programmazione e investimento, “par condicio”, tutela del diritto di autore sulla rete, allargamento delle tutele dei consumatori ai nuovi operatori; ridefinizione dei mercati secondo un approccio per industria, salvaguardia della pluralità, fiscalità. Piuttosto che “inseguire” i servizi OTT per sottoporli a queste regole stringenti, è importante ritornare alla radice delle logiche sottese e degli interessi tutelati da questo impianto normativo e valutare rapidamente una “de-regulation” per pervenire a soluzioni flessibili, ma effettivamente uniformi…
Un aggiornamento normativo è urgente anche a garanzia degli investimenti fatti e di quelli futuri, che sono alla base dell’innovazione del sistema…
Il comparto dell’emittenza locale è da tempo una realtà di rilievo sul panorama nazionale. CRTV ribadisce che il settore può evolvere solo accompagnando le imprese sostenibili e meritevoli (per assetto patrimoniale, numero e professionalità dei dipendenti, qualità dell’informazione, ascolti rilevati) che rappresentano quella ricchezza del territorio da difendere non solo in termini economici, ma anche di pluralismo informativo.
Serve un nuovo disegno di sistema, che attraverso l’evoluzione dimensionale e la crescita qualitativa dell’offerta crei una nuova televisione locale allineata alle migliori esperienze europee…
Un comparto che si è continuamente rinnovato nel tempo è quello della Radio che oggi si connota per penetrazione e ascolti. Pur continuando ad operare con reti analogiche che costituiscono risorsa e patrimonio imprescindibile, l’emittenza radiofonica vive l’innovazione tecnologica quale fattore indispensabile di ulteriore sviluppo.
Oggi, la copertura outdoor del servizio T DAB+ è di circa il 65% della popolazione italiana, con un servizio su oltre 3.500 km di tracciato autostradale. L’attuale rete di distribuzione commerciale degli apparati riceventi è giunta ad oltre 1.000 punti vendita, e si contano 120 modelli di autovetture che hanno in dotazione (sia standard, sia optional) la radio digitale.
Per il passaggio al digitale serve tuttavia un disegno strategico di sistema che dia certezza al quadro normativo e all’orizzonte temporale degli interventi quali leve strategiche per garantire l’uso efficiente di risorse scarse e uno sviluppo armonico del settore paragonabile con quello degli altri Paesi della UE. Seguendo un approccio capace di affiancare le imprese di qualità (sia a livello nazionale - privato e pubblico - che a livello locale) con regole comuni valide per tutti gli operatori.
Si tratta però di procedere con la massima speditezza possibile con scelte lungimiranti affinché il Paese non si trovi “spezzettato” in aree analogiche e aree digitali. Ogni futura decisione in merito richiede un’analisi volta anzitutto alla individuazione del sistema trasmissivo più efficiente (per CRTV quello digitale) per assicurare nel tempo sostenibilità, competitività e profittabilità all’industria radiofonica”.