Il CRTL – Comitato Radio Tv Locali comunica: «Si ricorderà che questo comitato aveva, nel corso dei primi mesi del 2005, promosso una durissima azione di protesta contro il ministro Gasparri e la sua propensione alla tutela dei poteri forti: Mediaset e Rai. Dalla ribellione di questo comitato erano scaturite diverse interrogazioni parlamentari, per lo più del Centro-Sinistra, che avevano contributo all’emanazione da parte del Ministero delle comunicazioni di regole di comportamento per la tratta…
Il CRTL - Comitato Radio Tv Locali comunica:
«Si ricorderà che questo comitato aveva, nel corso dei primi mesi del 2005, promosso una durissima azione di protesta contro il ministro Gasparri e la sua propensione alla tutela dei poteri forti: Mediaset e Rai.
Dalla ribellione di questo comitato erano scaturite diverse interrogazioni parlamentari, per lo più del Centro-Sinistra, che avevano contributo all'emanazione da parte del Ministero delle comunicazioni di regole di comportamento per la trattazione di problematiche interferenziali tra Rai ed emittenti locali, che gli Ispettorati territoriali avrebbero dovuto applicare per evitare che le radio private soccombessero alle spesso pretestuose richieste di tutela da asserite interferenze che l'emittente pubblica, forte del ruolo privilegiato assegnatole dallo Stato, aveva preso ad invocare con una frequenza sempre maggiore, conducendo alla disattivazione degli impianti indispensabili per la prosecuzione di un minimo servizio sul territorio, che non raramente veniva pacificamente espletato da trenta anni (questo era il motivo della protesta).
A seguito dell'approvazione delle "Linee guida" per la gestione del contenzioso interferenziale, molte radio locali hanno avuto modo di sopravvivere alla falcidia Rai, che, in piena deriva monopolistica, aveva appellato il provvedimento amministrativo che le recava, prima al TAR e poi al Consiglio di Stato, perdendo entrambi i ricorsi.
Grazie a ciò molte radio sopravvissero; tranne una, quella da cui - ironia della sorte - aveva avuto inizio la protesta: Radio Disc Jockey Classic di Milano, FM 100 MHz, disattivata dal direttore dell'Ispettorato territoriale per la Lombardia del Ministero delle Comunicazioni nel gennaio 2005.
A nulla sono valsi gli appelli lanciati: l'emittente è rimasta inattiva e la società editrice, travolta dal dissesto finanziario, ha dovuto cedere l'attività, licenziando i dipendenti che non poteva più pagare.
Grazie all'intervento dell'on. Egidio Pedrini (Italia dei Valori), sempre attento alla salvaguardia del pluralismo informativo, la sconcertante questione sta ora tornando in parlamento con un'interrogazione al Ministro alle Comunicazioni Gentiloni, volta a far luce sull'inaccettabile trattamento riservato dagli organi ministeriali alla vicenda.
Auspichiamo quindi che il ministro Gentiloni, confermando le dichiarazioni rese sino ad ora alla stampa in termini di propensione alla tutela del pluralismo informativo, non rimanga inerte verso tale ultimo appello».