I programmi, intensi e vicini, di Mediaset e del sottosegretario Innocenzi per fare al più presto “sul serio” con il digitale terrestre.
Mediaset ha recentemente fatto sapere di "possedere frequenze per permettere al gruppo di avere la copertura del 50% della popolazione con un multiplex di programmi digitali terrestri, un pacchetto in cui ci sarebbero già due-tre soggetti editoriali indipendenti". Mediaset si appresta anzi, a quanto pare, a varare non uno ma due bouquet di programmi, che comprenderanno appunto anche Tv "concorrenti", su cui saranno investiti circa 100 milioni di euro nel 2003.
A spiegare l'iniziativa dell'azienda del Cavaliere è stata Gina Nieri, membro del Cda e del comitato esecutivo nonché direttore Affari Istituzionali, legali e analisi strategiche (digitale incluso) della stessa Mediaset. "La conversione da un modello consolidato come la Tv analogica generalista - ha aggiunto la Nieri - può peraltro arrivare in tempo per il 2006, come prevede la legge, solo con un impulso forte della politica".
Riguardo ai tempi previsti dall'azienda, Gina Nieri ha specificato quanto segue: "A settembre partiremo con un test nell'area lombarda, per verificare le reazioni del pubblico e degli inserzionisti. Non puntiamo solo sulla pubblicità. La televisione è la piattaforma ideale per lanciare il multicanale e l'interattività. Siamo sicuri di essere competitivi rispetto ad ogni altra offerta".
Secondo Giancarlo Innocenzi, sottosegretario al Ministero delle Comunicazioni e presidente della commissione ministeriale per il digitale terrestre, invece "la Tv digitale terrestre, così come la Tv via etere negli anni Cinquanta, avrà il compito di alfabetizzare sull'uso delle tecnologie e avvicinare all'universo dei contenuti e dei servizi numerici milioni di italiani".
E la sperimentazione "sta già cominciando e sarà condotta dalla Fondazione Bordoni. Assegneremo delle frequenze di riserva in 10 siti nazionali e il processo coinvolgerà in tutto circa cinquemila famiglie. Contemporaneamente si stanno siglando degli accordi con i content provider per far partire i primi servizi".