In un comunicato congiunto Anica e Apt annunciano: “Da oggi (venerdì scorso; Ndr.) si fermano tutti i set cinematografici e di fiction d’azione”, perché le armi ad uso scenico non vengono più fornite. Un danno gravissimo dovuto a una delle solite storie di legislazione ‘all’italiana’.
Un vero pasticcio legislativo blocca tutti i set di cinema e fiction che prevedono l'uso di armi. È una delle solite storie all'italiana: la legislazione in materia emanata negli anni scorsi prevedeva l'uso di armi che non era possibile procurare o produrre in Italia (a quanto pare) e le norme non sono state cambiate successivamente. Si era allora provveduto in via provvisoria con una serie di proroghe alle regole precedenti, che sono però arrivate a scadenza proprio nei giorni scorsi. Pertanto sono entrate in vigore le nuove norme e tutti i set sono stati di conseguenza bloccati, per non essere 'fuorilegge'.
La storia non merita molti commenti e potrà essere sbloccata probabilmente solo ancora in via d'emergenza. Nel frattempo i danni, gravissimi, sono evidenti e sono stati evidenziati da un comunicato congiunto Anica-Apt che riportiamo qui di seguito:
“A partire da oggi ogni fornitura di armi ad uso scenico si ferma, e con essa si fermano tutti i set cinematografici e di fiction d'azione.
Le perdite economico-produttive che ne deriveranno al settore si annunciano ingenti.
Gli sforzi delle Film Commission, e le finalità delle politiche di incentivazione, volte ad attrarre sul territorio del nostro Paese le produzioni cine audiovisive d'azione, saranno vanificate.
Tutto ciò a causa della Legge che regolamenta la detenzione e l'uso delle armi a uso scenico, che ne stabilisce i requisiti tecnici e che indica le procedure per il relativo riconoscimento, ma con norme tecnicamente opinabili, oggettivamente inapplicabili e per di più con termini di attuazione perentori giunti oggi a scadenza.
Al momento siamo arrivati solo alla mera stesura, da parte dei competenti Dicasteri, di un testo contenente la proroga dei termini, ma fermo da un mese nel suo iter promulgativo.
Risultato: stop alle attività, stop allo sviluppo, stop all'occupazione, stop alla competitività.
Il passo del gambero”.