Un Tavolo permanente sull’Auditel

Da tempo il metodo di rilevazione dell’Auditel è sotto accusa da più parti. Un ennesimo elemento di polemica è stato l’uscita della seconda edizione del libro “La favola dell’Auditel. Parte seconda: fuga dalla prigione di vetro” di Roberta Gisotti, che ha fornito lo spunto per un ulteriore incontro romano relativo all’argomento, come sempre assai critico. In seguito a questo incontro di esperti del settore (fra gli altri, Nicola D’Angelo, Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicaz…

Da tempo il metodo di rilevazione dell'Auditel è sotto accusa da più parti. Un ennesimo elemento di polemica è stato l'uscita della seconda edizione del libro "La favola dell'Auditel. Parte seconda: fuga dalla prigione di vetro" di Roberta Gisotti, che ha fornito lo spunto per un ulteriore incontro romano relativo all'argomento, come sempre assai critico.

In seguito a questo incontro di esperti del settore (fra gli altri, Nicola D'Angelo, Commissario dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Giuseppe Giulietti, Deputato DS e membro della Commissione di Vigilanza, Sergio Bellucci, Responsabile del Dipartimento Comunicazione e Innovazione di Rifondazione Comunista), è nata la decisione di dare vita ad un Tavolo permanente sulla questione Auditel, che raccolga tutte le istanze della società civile, che «già da molti anni si sono espresse criticamente nei confronti dell'Auditel, chiedendone l'abolizione», sostituendolo «con un sistema di rilevamento degli ascolti televisivi veritiero e trasparente in termini di indici di quantità, ma anche di qualità percepita e di qualità oggettiva».

Da parte nostra, scettici come siamo sempre stati come Millecanali verso critiche generiche e indiscriminate fondate anche su una scarsa conoscenza tecnica della materia, speriamo che questo Tavolo serva soprattutto ad affrontare la questione con meno prevenzioni e più serietà, abbandonando magari parole d'ordine di assai dubbia validità, tipo "Auditel è tecnicamente inaffidabile" e prendendo anche atto che pensare a una ricerca alternativa è tutt'altro che una 'passeggiata' e infine che un'indagine qualitativa è cosa assai diversa da una quantitativa.

Ci auguriamo dunque che il Tavolo su Auditel, che avrà sede presso le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori e chiederà immediata udienza all'Autorità per le comunicazioni, affronti il problema con molta attenzione e senza paraocchi ideologici, che spesso impediscono di vedere le cose nella loro reale complessità (per esempio, è così grave dire che Auditel è una fra le ricerche più avanzate nel mondo a livello tecnologicoO Si può anche sostenere che è del tutto inaffidabile, naturalmente, ma occorre provarlo, proponendo sistemi alternativi credibili e tenendo presente che il mondo della pubblicità e quello della Tv hanno bisogno come il pane di dati credibili sull'ascolto dei programmi e delle reti).

Ben altro discorso (assai più critico) si può fare sul fatto che Auditel sia una società fra la Rai (33%), l'emittenza privata (33%), con Mediaset in primo piano, e gli Utenti della pubblicità (UPA) e i Centri media (33%), più un 1% della Federazione editori giornali (Fieg). I controllati controllano in buona misura i controllori, dunque, ed è assolutamente opportuno chiedere che in Auditel entrino anche altri, per conoscere e poi per decidere, mentre l'Autorithy deve svolgere il suo ruolo di sorveglianza e anche 'gestione' della materia degli ascolti Tv, che è di fondamentale importanza, in modo attivo e incisivo.

Segnalata una nuova offensiva giudiziaria, con denuncia stavolta all'Antitrust, di Valter La Tona di Sitcom (che lo scorso anno riuscì a ottenere una sentenza favorevole dal Tribunale di Milano in tema di rilevazioni sulla Tv satellitare), segnaliamo che in effetti Calabrò sta arrivando al 'dunque'. Durante un'audizione in Commissione di Vigilanza, il presidente dell'Authority ha sottolineato la necessità di dettare una regolamentazione adeguata e soprattutto una "riforma" del sistema di rilevazione.

"Le critiche all'attuale sistema del resto non vengono solo da operatori marginali (e qui La Tona si è risentito; Ndr.) - ha detto Calabrò - ma ce ne sono anche di importanti che ci incalzano per problemi di raccolta pubblicitaria. Ci sono carenze indubbie anche su valutazioni tecniche, che non sono così concordi come potevamo credere".

Qui si è un po' risentito il direttore di Auditel Valter Pancini, che però spera (e richiede) in una assoluta collaborazione con l'Authority, che entro la fine di febbraio dovrebbe aver terminato l'esame di tutti i materiali raccolti nel corso delle consultazioni predisposte sul tema e elaborare una bozza di delibera.

"C'è - ha sottolineato Calabrò - unanimità d'intenti sulla necessita di arrivare ad una riforma, perché le rilevazioni incidono sulla raccolta pubblicitaria, quindi sulla valutazione delle aziende. Durante la nostra analisi preliminare sono emerse alcune carenze dell'attuale sistema". È stata anche attivata una convenzione con l'Istat per mettere a punto un metodo statistico di rilevazione inattaccabile.

Nel frattempo Sky è sempre senza rievazione per i noti complessi problemi ma va sottolineato che molte Tv locali sono iscritte ad Auditel e da poco ci sono anche due circuiti, Odeon e 7 Gold, e la nuova Tv nazionale Canale Italia.

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