Una battaglia sui diritti d’autore

L’associazione Conna torna a insistere per una battaglia più dura sul tema dei ditti d’autore e i diritti connessi relativi alle emittenti radiofoniche.

Da Gianpaolo Bassi di Radio Universal e dell'associazione Conna abbiamo ricevuto una comunicazione sui diritti d'autore e connessi di cui diamo volentieri conto qui di seguito:

“Caro direttore, l'associazione Conna mi ha incaricato di raccogliere adesioni per una battaglia comune.

Le emittenti radiofoniche si sentono prese in giro, dalle sanguisughe SIAE, SCF ecc. Questi organismi fanno soldi con quello che produciamo noi emittenti!
È noto che un bar, negozio, esercizio artigiano ecc. che sia in possesso di una radio è obbligato a pagare per diritti d'autore e diritti connessi. Pensiamo per un attimo che tutta l'emittenza italiana spenga l'audio e resti solo con la portante accesa. Cosa si udrebbe alla radio? Nulla!

Quali diritti d'autore e connessi i signori esattori prenderebbero, se non esistessero le emittenti radiofoniche? Le radio mute non servirebbero nemmeno per soprammobile. È evidente che questi esattori guadagnano tanti soldi sul lavoro nostro, dell'emittenza privata, che non trasmette solo musica, ma notiziari, rubriche, intrattenimento. Mettendoci le spese di gestione e concessione, è un'assurdità pagare per diritti d'autore e connessi, quando noi stessi siamo connessi, siamo la materia prima!

È ora di svegliarci, abbiamo dato mandato a 3 legali civilisti e penalisti per intraprendere azioni, facciamo rispettare i nostri diritti. Tutte le emittenti interessate a questa azione, anche solo per informazioni, sono invitate a contattarmi: Giampaolo Bassi, 3477558570, radiouniversal@libero.it.

Parlando con una dirigente AGCOM, ho poi prospettato un altro problema: avere un unico referente SIAE per una Licenza che comprenda tutti i diritti; inoltre ho sollevato il tema dell'incompatibilità della GDF con il privato SCF.

Infine faccio presente che, a mio parere, bisogna che l'importo per entrambi i diritti non superi l'1,5% del fatturato lordo”.

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