Una bella ‘storia italiana’ in America

Sal Palmeri ricorda 45 anni fa, quando la Radio a New York suonava i 45 giri italiani.

L'arte dell'arrangiarsi é una caratteristica tipica degli emigranti italiani in tutto il mondo e non poteva mancare nel mondo dell'intrattenimento di New York di 50 anni fa.
Naturalmente per i pochi intraprendenti imprenditori dello spettacolo, aspirare alla Televisione era una cosa inimmaginabile, allora si ripiegava sulla Radio: mezzo economico, alla portata di tutti e piuttosto diffuso tra gli immigrati d'America.
Ed é ció che fece Sal Palmeri nel 1965, quando acquistó dello spazio su una stazione radiofonica di Newark, nello stato del New Jersey, al confine con New York, e da allora non ha piú smesso.

Emigrato in America nel 1958 dalla Sicilia all'etá di 16 anni, Sal si affezionó alla Radio, anche per sbarcare il lunario, dopo aver completato un corso di recitazione all'Hunter College di New York City.
Ma non fu facile perché doveva giocare a risiko: pagare la stazione e trovare gli sponsor sperando che gli rimanesse qualche spicciolo come guadagno. Sal ricorda quel periodo in questo modo: “Dovevo andare alla ricerca degli sponsor, dovevo scrivere i testi delle mie pubblicità, dovevo preparare i materiali per i notiziari, per i giochi a premi, per i concorsi di poesia che organizzavo; in pratica mi sono dovuto improvvisare tuttofare”.
Per Sal questo modello di fare affari peró funzionó negli anni, con programmi radiofonici specialmente domenicali, strategicamente posizionati a cavallo tra la Messa di mezzogiorno ed il pranzo principale degli italo-americani, che era tradizionalmente allargato a famigliari ed amici e che spesso iniziava verso le 15:00.
Erano scene da film: in una cacofonia di dialetti (napoletano, siciliano, calabrese, abruzzese) usati a tavola e mescolati ad espressioni tipiche italo-americane, Sal Palmeri si faceva sentire alla Radio con programmi come “Trick o Track', “Canzonerama” e “Italdisco”, ma senza intromettersi nella tipica abitudine italiana di parlare tutti assieme.
In seguito, la popolarità radiofonica gli portó ingaggi teatrali. Fu ad esempio presentatore al Felt Forum del Madison Square Garden nel novembre del 1968, in occasione del grande concerto di Gianni Morandi.
Nel 2006 l'Icn venne ceduta al gruppo editoriale “AmericaOggi', che pubblica il principale quotidiano in lingua italiana fuori dall'Italia, e Sal continua tutt'oggi ad essere uno dei presentatori, oltre a svolgere il ruolo di direttore artistico di un'associazione culturale italiana di New York che si vanta di avere organizzato il Festival della Canzone Italiana di New York, la cui terza edizione è in programma per il prossimo settembre.
Ora, a 45 anni di distanza, com'è cambiata la musica italiana? “C'è stato un cambiamento enorme - afferma Sal - sia nello stile musicale che nei testi. Negli anni '60 le canzoni raccontavano storie d'amore, oggi invece parlano delle emozioni suscitate dai sentimenti. Negli anni passati i vari cantanti che erano sulla cresta dell'onda si distinguevano per uno stile proprio, per una specifica personalità. Dagli anni '80 in poi molti degli artisti italiani si sono limitati a copiarsi l'uno con l'altro, ma non solo: oggi molti cantanti sembrano la brutta copia di quelli americani”.

Nelle foto, Sal Palmeri nel 1965, assieme a Nicola Di Bari.

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