Una brutta eredità

Editoriale gennaio 2013 –

E’ appena iniziata, mentre scriviamo queste note, la tutto sommato concentrata ma anche ‘devastante’ campagna elettorale, in vista delle elezioni che più o meno a fine febbraio – ed è la prima volta che si vota in inverno, ci pare – decideranno come saranno il prossimo Parlamento e il prossimo Governo e anche chi prenderà le redini di alcune importanti Regioni. Conviene rassegnarsi: per diverse settimane avremo solo a che fare con aspiranti parlamentari, leader politici, presunti programmi, list…

E' appena iniziata, mentre scriviamo queste note, la tutto sommato concentrata ma anche 'devastante' campagna elettorale, in vista delle elezioni che più o meno a fine febbraio - ed è la prima volta che si vota in inverno, ci pare - decideranno come saranno il prossimo Parlamento e il prossimo Governo e anche chi prenderà le redini di alcune importanti Regioni. Conviene rassegnarsi: per diverse settimane avremo solo a che fare con aspiranti parlamentari, leader politici, presunti programmi, liste e alleanze, in attesa che il famoso popolo sovrano possa emettere il suo verdetto.

La Tv ha appena avuto un formidabile 'sussulto', forse l'ultimo della serie perché poi regnerà sovrana la par condicio, con il duetto Santoro-Berlusconi, seguito da uno spropositato numero di persone, a dimostrazione che quando la politica si trasforma (qualche volta accade) in grande duello e poi anche in un vero e proprio show, può essere forse battuta quanto a audience solo dal Festiva di Sanremo e, manco a dirlo, dall'inarrivabile calcio.

E a proposito del Festival, Sanremo quest'anno finirà per cadere proprio alla vigilia del voto, un'altra situazione anomala, che aveva fatto pensare persino a un rinvio. Ma così non è stato, per la gioia di Fabio Fazio, che tenta di nuovo questa grande avventura, con la benedizione della nuova dirigenza Rai, che di grane nell'azienda ne sta intanto trovando parecchie (prima di tutto i conti che non tornano) e con ogni probabilità è a sua volta trepidante in attesa dell'esito elettorale, perché si sa che Tarantola e Gubitosi sono stati voluti da Monti e un nuovo equilibrio politico rimetterebbe un po' tutto in discussione. Questo numero di Millecanali esce dunque in un momento di attesa, in cui l'ennesima resurrezione del Cavaliere che torna in campo almeno per salvare il salvabile (del partito e delle aziende) se non per tentare l'ennesimo straordinario recupero, si accompagna alla non scontata “salita in politica” di Monti, che dovrà dimostrarsi all'altezza delle mille trappole, insidie e astuzie che la politica stessa comporta, forzando un po' la sua natura.

Non andiamo oltre in questa analisi, mentre ci preme riferire di due cose importanti presenti all'interno di questo numero.

La prima è il nostro Tv d'Oro per i programmi sportivi delle Tv locali, che a dicembre abbiamo alla fine concluso con le rituali premiazioni alla Cattolica di Milano, che ringraziamo per l'ospitalità e la collaborazione (in particolare ci riferiamo al brillante prof. Simonelli), nell'ambito di una giornata tutta sportiva, con convegno e consegna anche dei Premi intitolati a Enzo Tortora, un'altra nostra bella tradizione.

Premi per le Tv locali, dunque, quasi un dovere per questa rivista che è nata con le Tv locali e le ha sempre accompagnate nelle loro mille vicende e nei loro alti e bassi. E allora, siccome, stiamo purtroppo vivendo probabilmente il momento più basso della storia delle stesse Tv locali, vogliamo che non si chiudano gli occhi sulle circostanze del famoso 'secondo switch-off ' in mezza Italia, con liberazione forzosa dei canali 61-69 a favore delle tlc, che ha portato a situazioni allucinanti, una pessima eredità davvero che il Governo Monti (e in specifico il ministro Passera, dato che del sottosegretario Vari non si è quasi saputo più nulla) lascia a chi lo seguirà. Non entriamo nei dettagli, perché abbiamo già espresso la nostra opinione in precedenti editoriali e soprattutto perché l'articolo di questo mese del nostro Oliviero Dellerba ci pare esaustivo su questo tema.

Aggiungiamo solo che abbiamo assistito a uno spettacolo grottesco, con protagonista un Ministero dello Sviluppo Economico che ha denotato nei confronti delle Tv locali non ostilità ma semplicemente la più totale indifferenza e forse è anche peggio. A febbraio daremo altri particolari ma per ora basterà dire che cose simili, nella nuova Legislatura, non le vogliamo davvero più vedere.

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