Una fiction con molto swing

Pur non riuscendo a vincere in share su “Distretto di polizia”, la miniserie prodotta da Casanova per RaiUno sul Trio Lescano è stata un prodotto ben confezionato e gradevole.

È stata ispirata dal libro “Le regine dello swing” di Gabriele Eschenazi l'omonima miniserie in due puntate sul Trio Lescano, prodotta dalla Casanova di Luca Barbareschi e andata in onda lunedì 27 e martedì 28 settembre in prima serata su RaiUno. A interpretare le componenti del Trio tre attrici straniere - Andrea Osvart, Lotte Verbeek e Elise Schaap - nei panni delle sorelle olandesi Alexandra, Judith e Kitty Leschan, di origini ebraiche, costrette sotto il fascismo a italianizzare il cognome in Lescano.

Dopo alcuni tentativi di sfondare nel mondo della musica, e la gavetta con lo sfortunato capo-comico Gennaro Fiore (interpretato da Gennaro Ferreri) le tre furono selezionate dalla casa discografica Cetra. L'Eiar, che in un primo momento le aveva scartate per l'accento straniero, tornò sui suoi passi e le riconquistò con un contratto superiore alla Casa concorrente. Da lì si dipanò la storia del fortunato trio canoro di “C'è un'orchestra sincopata”, “Tulipan”, “Maramao perché sei morto”, che il fascismo aveva inizialmente cercato di sdoganare come rappresentativo di quell'epoca e quel regime, per poi perseguitarle, in quanto di origini ebraiche.

La fiction, nonostante sia stata superata in ascolti da "Distretto di polizia" (18.3% di share contro il 17,3% di “Le ragazze dello swing”) era ben costruita, con una buona sceneggiatura ed un ritmo scorrevole, con una, manco a dirlo, ottima colonna sonora. Un viaggio nella musica e nella storia degli anni Trenta e Quaranta, con una ricostruzione quasi maniacale delle atmosfere del tempo, anche se alcuni personaggi sono apparsi eccessivamente caricaturali, come la prostituta amante dell'impresario torinese del trio, interpretato da Giuseppe Battiston.

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