Una lettera aperta del Comitato Media e Minori

Il Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione Media e Minori, presieduto dall’amico Franco Mugerli, ha indirizzato una significativa e autorevole ‘lettera aperta alle Emittenti televisive italiane su trasmissioni riguardanti minori vittime di violenze e assassinii’.

Eccola:

«Il Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione Media e Minori, riunito il 12 ottobre 2010, ha portato la propria attenzione sui modi in cui, in circostanze recenti, le diverse trasmissioni d'informazione in Tv hanno trattato notizie riguardanti minori vittime di efferati assassinii o comunque di violenze e lesioni gravissime, soprattutto se avvenute in ambiente familiare o ad esso strettamente connesso.
Il Comitato richiama con forza le Emittenti ad un maggior controllo delle modalità di trattazione di simili episodi. Il doveroso ed ineludibile diritto di cronaca non può e non deve travalicare il limite, non solo del comune buon senso, ma neppure - e a maggior ragione - del doveroso rispetto della delicata fragilità emotiva legata alla fase di crescita cognitiva e critica dei minori.
Tanto più nelle ore in cui molti minori sono davanti al televisore, e particolarmente nella fascia protetta compresa tra le ore 16 e le 19, telegiornali e programmi di infotainment devono gestire con particolare misura la scelta di immagini e parole, evitando di affrontare con crudezza emotiva e/o visiva la descrizione di fatti così riprovevoli.
I programmi di prima serata o i contenitori pomeridiani, specie se domenicali, evitino di focalizzare l'attenzione di giovani e giovanissimi telespettatori su atroci realtà di violenze che coinvolgano adolescenti loro coetanei. In modo particolare, vanno evitate interviste a minorenni su questi argomenti e va esclusa la loro partecipazione nei talk show, anche se con il consenso dei genitori.
L'insistenza, l'invasività, la ricerca di espressioni ed immagini forti capaci di attirare l'attenzione dei telespettatori - sia pure suscitando disgusto indignazione e severa condanna - possono e devono essere controllate per proteggere i minori, non trascurando di tutelare la loro sensibilità e il loro equilibrio.
La reiterazione ossessiva e morbosa delle immagini, l'affastellarsi fantasioso di ipotesi delittuose sempre più intricate e pruriginose, il linguaggio allusivo neppure velato, non contribuiscono alla comprensione delle notizie; al contrario, alimentano incertezza e smarrimento nel pubblico minore all'ascolto e sono tanto meno giustificabili se trasmessi durante la fascia protetta.

Occorre avviare una riflessione sullo spazio dedicato dalle televisioni italiane a notizie di criminalità, ben maggiore rispetto a quello riservato dagli altri principali telegiornali europei.
L'amplificazione mediatica del crimine e la sua spettacolarizzazione, se sembra premiante per l'audience, provoca assuefazione e indifferenza al male con effetti pericolosi e anestetizzanti nel tessuto culturale e sociale del nostro Paese.
Particolarmente il Servizio pubblico deve sentirsi sollecitato a invertire questa tendenza e a costituire in tal senso un riferimento anche per le altre Emittenti. Il rinnovo del Contratto di Servizio Rai può costituire una concreta possibilità per intraprendere questa strada.
Al Ministro dello Sviluppo Economico On. Paolo Romani, al Presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Prof. Corrado Calabrò, al Presidente della Commissione parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza On. Alessandra Mussolini, al Presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo e la vigilanza dei Servizi radiotelevisivi Sen. Sergio Zavoli chiediamo di condividere questa nostra riflessione e di sostenere questo nostro appello».

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