È stata una nottata televisiva davvero memorabile quella fra 13 e 14 maggio, in occasione dello spoglio delle schede delle elezioni politiche. È successo di tutto nei seggi, ma è successo molto, ancor di più negli studi televisivi.
Si è cominciato, alla fatidica ora in cui gli istituti d'indagine diventano protagonisti, poco prima delle 22, con un autentico colpo di scena: il contestatissimo ministro dell'Interno Bianco, in nome del fatto che tantissime persone erano ancora nei seggi (o in fila) per votare, invitava Rai e Mediaset e gli istituti d'indagine che per loro operavano a ritardare di un'ora la diffusione dei primi dati (gli ex "exit-pool" ora ribattezzati in altro modo).
Ma a TeleLombardia un incerto (ma anche furbo) Daniele Vimercati commentava che l'invito "non era rivolto a loro" e che i dati di Giorgio Calò della Directa (presente in studio) potevano dunque essere diffusi, "salvo richieste contrarie".
Si gingillava a lungo, fingendo di chiedere lumi, il buon Vimercati, promettendo in modo assai scaltro e costante dati sui seggi "dopo la pubblicità" e alla fine, verso le 22.45 partiva davvero con le cifre più importanti, battendo tutti sul tempo.
Poi toccava al bravo Pagnoncelli della Abacus fare una continua (e sempre comica) spola fra Tg1 e Tg5 per le sue prime clamorose previsioni: Casa delle Libertà molto avanti, quasi alla maggioranza assoluta dei voti.
Ed ecco i vari politici e commentatori (molto bravo Giuliano Ferrara) intenti a commentare con la consueta 'ufficialità' nello studio del Tg1, "orchestrati" da Mauro Mazza, mentre Mentana dirigeva da par suo la consueta efficacissima e "ritmata" serie di collegamenti del Tg5, con una bravissima 'spalla' d'eccezione: Gad Lerner.
Al Tg4 un Fede sornione faceva il possibile per fare anche lui la sua parte, mentre TeleMontecarlo, anche lei in diretta-fiume, sembrava non riuscire a togliersi di dosso la malaugurante etichetta di "stazione di serie B".
A TeleLombardia Vimercati andava intanto avanti impavido, forte anche della presenza in studio di un mattatore: Gianfranco Funari.
La notte era lunga, mentre il brivido era dato più tardi dalla prima proiezione (stavolta su voti veri) del solito Pagnoncelli: Casa delle Libertà in ribasso, ma sempre vincente, Ulivo in ripresa, Senato che tornava in dubbio quanto a maggioranza effettiva.
L'Ulivo, prima silente, si rianimava, mentre Scajola a nome di Forza Italia, lanciava oscuri inviti allo stesso Ulivo a garantire "la serenità" nello spoglio dei voti "anche al Senato".
Tiro al bersaglio per il povero Bianco, mentre molti elettori, intervistati, apparivano effettivamente infuriati per la disorganizzazione nei seggi.
Avanti a oltranza, mentre ancora qualuno votava in piena notte (!) e compariva in Tv un imperdibile Pippo Baudo, che cambiava improvvisamente ruolo e indossava quello di portavoce politico, protestando a nome di D'Antoni e Andreotti conro la Rai "che aveva oscurato Democrazia Europea", subito, invitato a "fare piuttosto dei bei quiz in Tv".
Bruno Mobrici, da parte sua, si ripresentava al "suo" Tg1 nel ruolo di portavoce di Di Pietro.
La notte veniva macinata lentamente, mentre si susseguivano le proiezioni.
Alba: è l'ora del cambio della guardia. Arrivano risultati veri e importanti, la Casa della Libertà prende coscienza definitiva della propria maggioranza in tutti e due i rami del Parlamento.
Su RaiUno tocca a un confuso Luca Giurato raccogliere il testimone e vedere di convocare in studio qualche politico anche lui, o reduce da una notte insonne o incaricato dal partito del "cambio della guardia".
Rutelli e Berlusconi non si fanno trovare, mentre un sempre impeccabile Daniele Capezzone, radicale, reduce da una non-stop a Radio Radicale durata tutto il giorno precedente (come organo di partito l'emittente fa ciò che vuole anche il giorno delle votazioni) e da alcuni commenti notturni infuocati, trova ancora la forza, di prima mattina, per protestare con foga da Giurato, perché lui "non dice la verità" sulla presenza dei radicali in Tv.
"Non è vero, qui si dice sempre la verità" - ribatte un po' stordito Giurato.
Ma ormai la "grande avventura" è terminata, la giornata in Tv riprende il suo corso. Agli archivi va un'ennesima imperdibile "nottata Tv".
Mauro Roffi