Una Rai da 1000 canali saprà uscire dalla crisiO

Dall’interno della Rai di Milano abbiamo ricevuto questa comunicazione davvero interessante su alcune presentazioni della tecnologia digitale che si svolgono in queste settimane…

"Lunedì 16 giugno, nella sala Alta Definizione del Centro di Produzione Rai di Milano, abbiamo assistito ad un'interessante conferenza, sfarzosamente definita "workshop", cui sono intervenuti gli ingegneri della Rai e di Raiway responsabili delle strategie industriali del Gruppo.

La tv di Stato, come sosteneva l'ex Direttore Generale Pier Luigi Celli nel 1999, è un'azienda che deve cambiare radicalmente per competere con gli altri operatori presenti sul mercato e per diventare una "global company". Si pensava che la Rai dovesse concentrare le risorse disponibili sul "core business" dell'Azienda, ovvero sul prodotto. L'obiettivo principale era quello di far crescere la programmazione di qualità; esisteva già il progetto di sviluppare i nuovi "media", quali internet ed i canali tematici, di studiare alleanze con nuovi partner e di intervenire sulle risorse umane, ma forse non ci si sarebbe aspettato di veder intraprendere dalla Rai, prima tv in Europa a scommettere in un campo semi-inesplorato ed in parte già abbandonato, un'operazione di grandissima portata economica e strutturale.

La nuova sfida che il Gruppo Rai ha intenzione di affrontare nel futuro immediato riguarda l'introduzione di un rinnovato servizio, in grado di esprimersi con un linguaggio interattivo semplificato, raggiungendo capillarmente ogni richiesta del pubblico, grazie anche ad una più efficace diffusione locale del segnale televisivo. Il tentativo di inserirsi in un nuovo mercato parte dall'analisi dei dati, che vedono soltanto il 14% degli italiani sfruttare le smisurate potenzialità dell'uso del computer in abbinamento alle informazioni veicolate dalla rete.

L'idea è di gestire, con la tecnologia delle trasmissioni digitali, un sistema ibrido d'informatica e telecomunicazioni alla portata di tutti. Con la semplice aggiunta di un decodificatore, l'utente medio televisivo potrà disporre di una piattaforma che lo condurrà all'interno di un mondo multimediale composto di: canali nazionali, canali regionali, canali locali, informazioni televideo dalla grafica molto sofisticata, effetti sonori più coinvolgenti, una veloce consultazione di dati appartenenti a strutture pubbliche, opportunità di effettuare acquisti "on line" ed altre possibilità tipiche dei servizi interattivi più complessi.

Il dott. Antonio Davino responsabile delle Risorse Umane, Organizzazione e Formazione, stima che nei prossimi due anni ci saranno più di 2-3000 persone coinvolte nel progetto della televisione digitale terrestre. L'ing. Roberto Cecatto, nel suo intervento, ha esposto i motivi che renderanno le future scelte degli apparati tecnici particolarmente difficili e delicate, valutando, in maniera abbondantemente ottimistica, in sei anni il ciclo di vita dei nuovi sistemi a tecnologia digitale. Si pensi che per i sistemi convenzionali il ciclo di vita è stimato in dieci anni (che spesso rischiano di protrarsi per altri 5-10 anni!). L'ing. Luigi Rocchi ha entusiasticamente parlato di evoluzione, innovazione e nuovo linguaggio; l'ing. Stefano Cicotti di Raiway ha messo in chiaro che ci dovrà essere una riorganizzazione delle frequenze e che Milano diventerà un importante snodo del segnale televisivo nazionale.

Al nostro Direttore Massimo Ferrario spetta l'incontestabile merito di aver portato un po' d'informazione (non chiamiamola formazione però!) ai dipendenti milanesi che, pur mostrando grande interesse per gli argomenti trattati, non hanno potuto fare a meno di sollevare qualche dubbio riguardo a un'operazione realmente molto rischiosa.

In molti abbiamo il timore che disporre di un'infinità di scatole (canali) ponga poi il problema di pensare con che cosa riempirle. Ci hanno prospettato costi esorbitanti per far partire e sostenere un sistema sperimentale (tra l'altro, non si sa ancore se dovrà occuparsene Milano o Roma) ma non è improbabile che in qualsiasi caso, questo vorrà dire che ancora una volta i lavoratori della Rai saranno chiamati a sopperire in maniera flessibile alle incurabili mancanze d'organico della divisione Produzione tv.

Il prossimo appuntamento con il digitale terrestre è fissato per venerdì 27/6/2003 alle ore 10.00. Alla 2a sessione interverranno: Massimo Ferrario, l'ing. Guido Vannucchi del Consiglio Superiore Telecomunicazioni e il dott. Alberto Morello, Direttore Centro Ricerche e innovazione Tecnologica. È probabile che questi convegni si terranno anche in altre Sedi Rai".

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