“Una Rai migliore è possibile”

Alcune considerazioni di un certo rilievo del nostro illustre collaboratore Dom Serafini su come far evolvere in modo positivo la situazione della Rai: per intanto sarebbe utile partire da Rai World…

Al recente Mip, la fiera della Tv di Cannes, abbiamo visto come la Rai puó competere ed emergere a livello mondiale. Questo mentre la concorrenza nazionale (come Mediaset, La 7, ecc.) si indebolisce e quella internazionale si rafforza.

Purtroppo a fare la parte del leone é per ora solo RaiWorld, cioé la divisione che rappresenta all'estero i canali Rai ed il festival radio-televisivo, Prix Italia. Alla fiera francese RaiWorld ha dimostrato di potersi affermare, trasformando un cocktail organizzato per inaugurare il canale Tv internazionale RaiWorld Premium - svoltosi in concomitanza con ben sei altri importanti ricevimenti - in una sfida per il riconoscimento nel mondo, ottenendo la piú alta partecipazione.

Ed ecco quindi un invito a Luigi Gubitosi e Anna Maria Tarantola, rispettivamente direttore generale e presidente Rai. I due principali dirigenti Rai sono stati nominati dal governo tecnico di Monti, pertanto si spera che non solo non deludano come altri 'tecnici' montiani, ma che portino anche la Rai ad un livello in grado di competere nel campo internazionale, alla pari di altri gruppi multimediali, come la Bbc inglese con BbcWorld, la brasiliana Rede Globo, la messicana Televisa, la cinese Cctv, la giapponese Nhk, la russa Rt e cosí via.

L'inizio dell'era montiana della Rai, purtroppo, é stato piuttosto deludente, ad esempio la sede Rai di New York City - la principale piazza internazionale - non é ancora stata ripristinata. Ma é ancora possibile, per questi tecnici, riportare la Rai allo splendore internazionale dei tempi di 'Gesu di Nazaret', di 'Marco Polo' e della creazione dell'americana International Council (della National Academy of Television Arts & Sciences).

Naturalmente si é consapevoli della 'romacentricitá' della Rai, che rende addirittura Milano 'estero', ma visto che si tratta di 'tecnici', i condizionamenti politici dovrebbero essere meno sentiti. La lottizzazione ha indebolito la Rai, specialmente spezzettandone il campo internazionale, prima in quattro divisioni (quindi altrettante poltrone che i politici potevano lottizzare), poi ridotte a tre e quindi alle attuali due: RaiWorld e RaiTrade, il reparto vendita internazionale dei programmi Rai.

Oggi sarebbe ideale se RaiWorld prendesse anche in mano Rai Trade, nello stile di BbcWorld, in modo che tutta l'area internazionale Rai sia sotto un unico ombrello. Questo permetterebbe migliori sinergie e metterebbe la Rai in grado di competere con le grandi societá internazionali del campo dell'intrattenimento, invece che essere frammentata in piccoli reparti per nulla attraenti, non efficaci e poco remunerativi.
Il momento é anche favorevole, con un presidente di RaiWorld finalmente entusiasta del suo ruolo ed un responsabile vendite di contenuti che - grazie ad uno straordinario intuito politico - puó ambire a ruoli piú visibili a livello nazionale; la struttura (in teoria giá approvata grazie alla genialitá che fu di Carlo Sartori) potrebbe dunque diventare realtá.

Naturalmente solo se il dottor Gubitosi ne prendesse atto. Se la Rai tornasse in balia della politica spicciola, questa opportunitá sfumerebbe e con essa la possibilitá di far rientrare l'Italia tra i grandi protagonisti mondiali dell'industria dell'intrattenimento.

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