Ecco un ulteriore articolo su ‘Audiovisual Market and Regulation. An industry at a crossroads’, l’incontro romano che i nostri lettori hanno potuto seguire in streaming sul nostro sito.
Annunciata in pompa magna, con numerosi relatori italiani e stranieri, si è tenuta all'Auditorium all'interno del Roma Film Fest il 23 e 24 ottobre, la conferenza “Audiovisual Market and Regulation. An industry at a crossroads”. Promossa dalla Dg Cinema del Mibact all'interno del Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell¹Unione Europea, la due giorni ha proposto alcuni spunti interessanti, riproponendo però in buona parte vecchi clichè.
Tra i temi ricorrenti la richiesta avanzata da più parti di regole certe per internet e il fatto che la sfida del digitale, per quanto implichi un nuovo paradigma, non debba tradursi in omologazione culturale. Silvia Costa, Presidente della Commissione Cultura della Commissione Europea, ha richiamato l'importanza dell'eccezione culturale per l'udiovisivo all¹interno del Tipp e la necessità, per l¹audiovisivo europeo di raccontare sempre più l'Europa ed essere cinghia di trasmissione della sua cultura.
Altri relatori, come l¹avvocato Eugenio Prosperetti, si sono concentrati sullo squilibrio regolatorio tra media lineari (i 'cari vecchi' broadcaster), sottomessi a regole stringenti per quanto riguarda le quote, gli obblighi di programmazione, la protezione dei minori dalla direttiva Audiovisual Media Service (evoluzione di 'Tv senza Frontiere', pensata appunto per la televisione), e i servizi non lineari, sottoposti ad una responsabilità editoriale soltanto 'ex post'.
L'asimmetria regolatoria riguarda i due scenari lineare/non lineare anche per quanto attiene la pubblicità. Se nel primo caso esistono rigide limitazioni, nel secondo la pubblicità si presenta sotto diverse forme e senza alcuna limitazione. La necessità di un'armonizzazione tra la direttiva AVMS, la direttiva E-commerce e il copyright online appare oggi quanto mai urgente, soprattutto per la migliore tutela dei contenuti. La 'soluzione' secondo Prosperetti risiede in "contenuti convergenti, tecnologie convergenti, regolazione convergente".
Nello scenario audiovisivo, scosso alle fondamenta dall'arrivo dei nuovi attori della rete, i così detti OTT e da piattaforme Svod come Netflix, che avanza in maniera sempre più pervasiva nel mercato europeo, gli autori, i produttori, i broadcasters chiedono in modo corale un level playing field in cui poter operare.
Annika Nyberg dell'Ebu European Broadcasting Union ha sottolineato l'importanza per i servizi pubblici europei, in un simile contesto, non solo di produrre, ma di produrre contenuti di qualità. Lorena Boix Alonso, Dg Connect della Commissione Europea, ha messo in luce il punto di vista di Bruxelles. Cambiano le abitudini, ma il tempo speso in fruizione di contenuti audiovisivi è in continua crescita. Ci sono nuovi attori sulla scena, non soltanto gli OTT, ma anche gli operatori di telecomunicazione che vanno nella direzione di una convergenza crescente.
Per quanto riguarda Netflix ritiene non sia la migliore delle piattaforme, ma certamente è stata la prima ad irrompere nel mercato e a produrre un cambiamento epocale. In un simile scenario evolutivo il framework regolatorio deve esser modificato e adattato al nuovo mondo (così come il sistema di 'windows' per il cinema).
Per quanto riguarda la promozione delle opere europee, ha sostenuto che, se si tratta di un compito facile da perseguire nel mondo lineare, diventa un'impresa non semplice nel nuovo scenario. Anche nel panel italiano della kermesse, che ha ospitato i rappresentanti dei 3 broadcaster principali (Rai, Mediaset e Sky) Confindustria Radio Tv, Anica e Apt, la richiesta di un level playing field è stato il tema portante. Rodolfo De Laurentiis ha sostenuto che "va adattato un quadro normativo rimasto analogico".
Nella giornata di chiusura il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli ha sostenuto che quella del digitale è una trasformazione così profonda che interessa la vita stessa dei Paesi e non va considerata come fenomeno soltanto settoriale, per la carica che porta con sè e per gli effetti produttivi dirompenti che determina. Quella che viene posta dall'arrivo degli Ott è una sfida culturale, prima che economica, produttiva e quindi di mercato. Giacomelli crede si debba trovare una risposta all'altezza della sfida in essere all'interno della quale bisogna coinvolgere gli Over the top al rispetto delle quote di produzione e distribuzione di produzioni europee. L¹armonizzazione di regole fiscali e normative non basta perché questa situazione prevede lo scardinamento dei paradigmi tradizionali e servono quindi nuove strategie di consumo e promozione. In questo quadro l'Europa non può e non deve definire se stessa soltanto come mercato. La rete rappresenta una nuova grande opportunità, non una minaccia, ma occorre battersi per non rassegnarsi al fatto che parli soltanto il linguaggio americano. “Tocca a noi fare in modo che non sia così”.
Quello che un po' stupisce, ma non più di tanto chi come noi segue da anni la convegnistica italiana, è che non sia rientrato nel programma un solo rappresentante di questi "nuovi player del mercato". Non Google, non Netflix, non YouTube, come spesso accaduto in passato. Così anche questa volta il dibattito è stato più che altro una dichiarazione di intenti.