Una seconda serata tutta ‘canterina’

Canzoni per tutta la sera a Sanremo, a scacciare altri ‘casi funesti’ come quelli di Celentano. Ma senza verve il festival cala in ascolti. Una valutazione dei cantanti in gara e l’analisi di Starcom.

Il calo di ascolti della seconda serata del Festival viene attribuito all'assenza del 'fenomeno Celentano', anche se la chiave di lettura può essere anche altra (si pensi al calcio di Chanpions). Rimane comunque il fatto che l'unica ventata di novità e di freschezza del Festival sono stati stavolta i Soliti Idioti con le loro gag e la lunga teoria di personaggi, a inizio serata, e poi con la conclusione a tarda notte, quando i due, Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli, smessi i panni dei loro personaggi più celebri, hanno intonato l'ultima canzone-parodia.

Ma vediamo i momenti “salienti” della seconda serata, cominciando con l'imbarazzo di Gianni Morandi, quando nel 'siparietto' della coppia gay Fabrizio Biggio dei Soliti Idioti lo ha sonoramente baciato (Morandi è tristemente tornato sull'episodio, specificando a sproposito di non avere nulla contro gli omosessuali). Ci sono state poi, tardissimo, le eliminazioni di Carone-Dalla, D'Alessio-Bertè, Irene Fornaciari e Marlene Kuntz. Ma due saranno recuperati.

Ieri finalmente ecco poi la bella Ivanka e il passaggio di testimone della coppia Canalis-Belen. Quest'ultima è riuscita a risollevare l'audience con un vertiginoso spacco che metteva bene in evidenza il tatuaggio all'inguine, la famosa farfalllina di cui oggi tutti, dalla Radio ai new media parlano e straparlano.

È la solita solfa del Festival con le canzoni in secondo piano, ormai quasi un accessorio della manifestazione e tutto il contorno di polemiche, scandali, spesso costruiti ad arte. Il Festival rimane quindi una manifestazione “vecchia” e in questa 'atmosfera' poco hanno potuto fare la verve e la freschezza dei Soliti Idioti. E comunque non c'è mai stato un Sanremo senza un caso che ne facesse parlare. In questo senso il 'caso Celentano' di cui abbiamo a lungo disquisito ieri con toni molto critici, alla fine, ha almeno 'dato uno scossone' alla manifestazione.

Tipico il caos Rai in questo ambito. In altri tempi si sarebbe semplicemente preso atto con soddisfazione dei dati di ascolto della prima serata. Ma i guai combinati da Adriano con il Vaticano (e con altri) e soprattutto con la pochezza della sua performance hanno mandato in tilt l'azienda, che, non sapendo che pesci pigliare, ha inviato Marano a 'commissariare'.
Poi, quasi a prendere le distanze e a trovare altri colpevoli, si è stabilito (lo ha detto il Consigliere Verro) che del contratto con Celentano la Rai non si è praticate occupata (ohibò) e la colpa è di Mazzi, che ha “ha voluto fare di testa sua”, preludio a sicure polemiche che già erano scoppiate lo scorso anno.

Gli ascolti sono peraltro stati in calo (forse anche fisiologico) e la media è stata di 9 milioni e 200 mila spettatori con il 39,27% di share. A parte presentiamo l'ormai consueta puntuale analisi di Starcom.

Per valutare invece le canzoni del Festival abbiamo fatto ricorso alla consulenza del grafico della nostra rivista, Luca Rovelli, che è anche musicista e cantante e conosce bene l'argomento, diciamo così.
Sul piano generale non possiamo dire che il livello delle canzoni sia bassissimo (come magari qualcuno ritiene) ma non si va molto oltre la sufficienza; insomma, siamo negli standard del Festival, più o meno, e manca la punta di eccellenza, come magari era accaduto l'anno scorso con la raffinata canzone di Raphael Gualazzi.

Per le singole canzoni il voto massimo va ai Matia Bazar, grazie alla voce strepitosa di Silvia Mezzanotte e al prestigio di cui gode il gruppo. Nelle posizioni di rincalzo ci convincono la nuova veste di Arisa e una Emma sempre 'urlatrice” ma dalla valida personalità. Bene anche Dolcenera, che però sembra sempre in attesa della vera 'grande occasione', e Noemi. E, sempre fra le canzoni più gradevoli, citiamo anche, per quanto eliminata, quella del duo D'Alessio-Bertè 'Respirare' (anche se Loredana non è certo più quella di un tempo).
Un gradino più in basso ecco Nina Zilli e Francesco Renga (peraltro nel suo standard). Pollice verso invece per l'incomprensibile duo Dalla-Carone e per un Finardi 'mistico' da decifrare, così come per Chiara Civello (oltretutto al centro di polemiche sul fatto che il suo sia un brano inedito), mentre il brano di Samuele Bersani è oggettivamente difficile da capire.
Sul fondo (musicalmente parlando, naturalmente) ci sembrano le canzoni di Irene Fornaciari e Marlene Kuntz.

Due righe sui giovani, anche se qui le ragioni di alcune selezioni sono davvero misteriose. La migliore - ci pare - è stata eliminata ed era Giulia Anania, seguita da Erica Mou (ben appoggiata dalla Sugar della Caselli) e poi da Marco Guazzone e Celeste Gaia. Sul resto è meglio stendere un velo.

Scarica l'Analisi Starcom Sanremo - seconda serata (PDF, 1,2 MB)

Scarica l'Analisi Starcom Sanremo - prima serata (PDF, 1,3 MB)

Pubblica i tuoi commenti