Ungheria: c’è ancora chi dice no

L’Ungheria di Orban è un altro Paese da tenere d’occhio in Europa, perché l’attuale regime appare refrattario a rispettare le regole democratiche. A Klubradio, per esempio, ha fatto di tutto per togliere la frequenza, per fortuna senza riuscirci.

Klubradio, emittente d'opposizione ungherese, ha ottenuto una nuova vittoria giudiziaria, in una battaglia iniziata nel 2011, che costringe il Consiglio per i media, composto in maggioranza da uomini del premier Viktor Orban, a concederle la frequenza commerciale su cui tradizionalmente trasmetteva.

La licenza di Klubradio, che operava sui 95.3 MHz di Budapest, era scaduta nel febbraio 2011 e, dopo varie proroghe, di due mesi in due mesi, lo scorso anno era stata indetta una nuova gara per le licenze sulla base della nuova legge sui media. L'organo governativo che assegna le frequenze radiofoniche ha stabilito, per la nuova gara delle licenze, che il maggior numero di punti (10) li avrebbe ottenuti la Radio il cui palinsesto fosse stato composto da più del 60% di musica. Klubradio, essendo una Radio d'opinione e d'informazione, decise di garantirne il 41%, perdendo 3 punti sul totale. E così le frequenze di Klubradio erano andate ad una società chiamata Autoradio.
Contro la decisione c'è stato il ricorso di Klubradio alla Corte d'Appello nel marzo 2012, vinto dall'emittente.

Ma con il provvedimento, adottato come emendamento alla legge sui media nello scorso maggio, più nota come “legge bavaglio”, il Consiglio dei media, organo di sorveglianza controllato dal Governo, non era più obbligato ad assegnare la licenza per una frequenza al vincitore di un concorso. È seguita pochi giorni fa la nuova sentenza nella causa vinta da Klubradio, in seguito all'ennesimo ricorso che vede tra le motivazioni della Corte il fatto che la nuova Autoradio ha “un format di programmazione pari a zero”.

Ma Klubradio non è l'unica a fare opposizione contro il governo Orban e le forme di protesta, soprattutto da parte dei giovani si sono sviluppate in questi mesi nella Capitale ungherese. Una forma singolare di protesta è nata lo scorso marzo, il giorno della festa nazionale del Giorno della Rivoluzione. In parallelo alla festa ufficiale presenziata da Viktor Orban nella piazza del Parlamento, sul ponte Erszebet, c'è stata una manifestazione completamente autoconvocata che raggruppava decine di migliaia di giovani di sinistra a tempo di rap, riuniti intorno al rapper Dopeman, le cui canzoni fanno fatica a passare nelle Radio vicine al potere.

Le proteste sono poi riprese massicciamente lo scorso dicembre in segno di protesta contro il governo Orban e in particolare contro la nuova riforma universitaria.

Pubblica i tuoi commenti