Un’“officina del cinema e della Tv” a Torino

Del progetto si è parlato in questi giorni anche a Dogliani, in occasione della manifestazione dedicata al mondo televisivo, ma ecco tutti i particolari nell’articolo di Fulvia Caprara su ‘La Stampa’:

 

“Lo sguardo aperto sul futuro, ma anche l’importanza del passato che lascia eredità e semina intuizioni. Non è un caso che sia proprio il figlio d’arte Ricky Tognazzi ad annunciare l’avvio, con «G group», di un progetto che trasformerà, nell’arco di un anno, gli ex-studi Euphon di Mirafiori in un grande spazio dedicato allo sviluppo della creatività, sul doppio binario della «spettacolarizzazione dell’arte» e della realizzazione di prodotti: «L’idea è quella di mettere in piedi una sorta di incubatrice.

Un’officina dello spettacolo che attiri forze creative, tecnici, film-maker, disegnatori, sceneggiatori, autori, e offra loro la possibilità di produrre, esporre, sperimentare».

Nello spazio interessato, 15mila metri quadrati, da ristrutturare in circa 6 mesi, si potranno fare cose diverse, dalle «ricerche nell’ambito delle tecnologie innovative agli esperimenti in 3D, dalla produzione di fiction e web-series alle installazioni di realtà virtuali, dai concerti ai live-show, dagli effetti speciali agli studi Tv dove potranno essere ambientati i programmi più vari, dai Tg alle trasmissioni di cucina».

Il primo partner che ha già aderito all’iniziativa è lo storico studio di animazione Rainbow di Iginio Straffi, il padre delle amatissime Winx: «A Torino - dice Tognazzi - la Rainbow è stata, fin dalla nascita, scuola di cartoon, quindi azienda con impegno didattico, luogo per promuovere talenti emergenti e ricerche nel settore».

Al marchio di Straffi si aggiungeranno quelli di molti altri organismi già radicati a Torino e in Piemonte. In primo luogo, spiega il regista di Ultrà, la Regione e la Film Commission, particolarmente entusiasti dell’idea di nuovi spazi e di ulteriori possibilità per «promuovere l’espressività», ma anche il Museo Egizio, la Scuola Holden, l’Orchestra Sinfonica della Rai: «La scelta non è casuale, Torino è stata la capitale del cinema, è bello immaginare che, nei luoghi della Cabiria di Giovanni Pastrone, si possa creare un laboratorio permamente per sviluppare prospettive, un tavolo che coinvolga esperti, tecnici e artisti con l’obiettivo di indirizzare le nuove tecnologie».

Il sogno di una «bottega dove possano agglomerarsi teste pensanti» riuscendo a passare dalle idee ai fatti, coinvolge Ricky Tognazzi per tante, differenti ragioni: «Il mio coinvolgimento è dettato anche dal rapporto con un territorio a cui sono particolarmente legato, a Torino ho girato gran parte dei miei film».

Pesa poi la fase della vita: «Non ho mai avuto la pazienza e la voglia di mettermi a fare il produttore, ma, arrivato alla mia età, mi sembra giusto pensare di offrire alla gente che ha la mia stessa passione l’opportunità di trasformare in realtà cose che potrebbero restare solo sogni». Su tutto pesa un marchio di fabbrica, un imprinting fondamentale, che ha a che fare con «le suggestioni degli inizi».

Racconta Tognazzi: «Ho cominciato frequentando lo Studio Elle dove si incontravano, all’interno di Cinecittà, persone come Ettore Scola e Luciano Ricceri, una bottega quasi rinascimentale, frequentata da autori, scenografi, disegnatori, ideata proprio per far debuttare i registi italiani. Fui chiamato da Scola, avevo 30 anni, e da lì venne fuori il mio esordio, l’episodio Fernanda nel film Piazza Navona». Il ricordo più netto è quello di «Scola che viaggiava fra i tavoli seguendo il lavoro dei giovani e costringendoli a scrivere e riscrivere, fare e rifare. Avevo la sensazione di essere parte di una famiglia, di stare dentro qualcosa di bello, un luogo di libertà, dove si veniva presi per mano e aiutati a crescere e a realizzarsi. Quell’atmosfera ha influenzato il mio modo di intendere il mestiere»…

Al primo annuncio dell’iniziativa, durante il Festival della Tv di Dogliani, seguirà, fa sapere Tognazzi, un secondo appuntamento, dopo l’estate: «Ci piacerebbe poterne parlare a novembre, durante il Torino Film Festival, quando la ristrutturazione degli studi dovrebbe essere più o meno finita. I sei mesi successivi saranno dedicati a mettere a punto la rete di collaboratori e di partner».

Il nome non è ancora stato deciso, ma Ricky Tognazzi ha in mente «Officina dello spettacolo», un posto dove ideazione e rappresentazione si danno la mano, dove la fantasia prende forma e disegna il domani: «Mi attrae la prospettiva di dare ospitalità ai nuovi artigiani 2.0, ma anche ai professionisti già avviati, per inventare altre forme di racconto, confrontare esperienze e moltiplicarle»”.

Pubblica i tuoi commenti