V-Nova, video secondo natura

Con un nome nato da un curioso acronimo e una propensione innata all’innovazione tecnologica, V-Nova sta rivoluzionando, con V-Nova Perseus, il concetto di compressione video.  Ce ne parla il suo CEO Guido Meardi

Offerta e domanda di contenuti digitali sono in rapida crescita. A caratterizzare lo sviluppo tecnologico che fa da sfondo a questa tendenza sono alcuni elementi: qualità video sempre più elevata (anche in previsione dell’introduzione di HDR, High Frame Rate e 4K), maggiore ottimizzazione della banda, minore delay e per il maggior numero di piattaforme, con massima flessibilità e semplicità di implementazione. Si tratta di sfide non semplici per le aziende chiamate a rispondere alle richieste del mercato.

Parlando di efficientamento della banda, il caso probabilmente più eclatante degli ultimi anni riguarda V-Nova, giovane azienda con sede a Londra ma che trae ispirazione dall’Italia. È da qui, infatti, che provengono tre dei quattro fondatori e le fondamenta matematiche alla base della tecnologia sviluppata in Inghilterra da V-Nova. In particolare, l’origine di tutto è Torino, città che ha visto sviluppi importanti per ciò che riguarda i vari standard digitali di trasmissione DVB (grazie al Crit della Rai), l’MPEG e l’MP3 (grazie a Leonardo Chiariglione e al suo team), la TV ad alta definizione, sviluppata alla fine degli anni Ottanta e sperimentata per i Mondiali del Novanta da Rai e Telettra.

Oggi da V-Nova arriva Perseus, rivoluzionario sistema di compressione nato da una geniale intuizione di Luca Rossato e sviluppata insieme a Guido Meardi, co-fondatori di V-Nova. Con Perseus si rivoluziona il concetto di codifica e compressione dei dati e si raggiunge un efficientamento di banda impensabile fino a oggi in rapporto alla qualità dell’immagine. Le diverse soluzioni sono sviluppate per soddisfare le esigenze sia di delivery sia di contribuzione. Ad esempio, con la sperimentazione dedicata ai paesi tecnologicamente meno avanzati, per portare la Tv anche dove le infrastrutture digitali non lo consentono, è utilizzata una capacità di alcune centinaia di KB, anche per una qualità HD. A parlarci di Perseus è Guido Meardi, CEO di V-Nova, la cui visione e creatività, unita a elevate capacità di pianificazione e gestione, sono state determinanti nello sviluppo di Perseus e nell’avvio di V-Nova. A Meardi, che vanta anche dei trascorsi in McKinsey, va riconosciuta anche una grande dinamicità, capacità di comunicazione e di entusiasmare e coinvolgere i suoi interlocutori, trasportandoli completamente all’interno della sua visione.

Guido Meardi, Ceo di V-Nova

Guido Meardi, Ceo di V-Nova

Intanto, partiamo dal nome. Perché V-Nova?

“Nova” è l’acronimo di Non Occorre Vivere in America, inventato da Beppe Severgnini per dare un nome al network degli italiani che avevano fatto un Mba all’estero, di cui faccio parte, e per dire che quello che si può fare negli Usa si può fare anche da questa parte dell’oceano. Abbiamo aggiunto la V, per evidenziare l’idea del video e della gerarchia piramidale.

Come hai conosciuto Luca Rossato?

Ho conosciuto Luca in occasione dell’avvio di un’altra startup, nel 2008, perché ci aveva risolto un grande problema con una soluzione geniale. Da lì è nato un rapporto stimolante e tanti weekend spesi a discutere disparate idee creative, che hanno portato poi allo sviluppo di Perseus.

Da dove è partito lo sviluppo di Perseus e quali tappe lo hanno segnato?

Il progetto è partito dall’intuizione di poter sfruttare il Parallel Processing, del quale Luca era grande esperto già allora. Da lì è poi nata l’idea di organizzare la codifica dei dati in modo gerarchico, che pian piano ha portato alla definizione delle fondamenta teoriche che stanno alla base di PERSEUS, per la quale ho fatto da “sparring partner” di Luca nel problem solving e in qualche occasione anch’io ho contribuito con qualche buona idea, poi rivelatasi utile. Luca già nel 2010 aveva capito che la gerarchia e il parallelismo massivo erano la direzione scientifica da prendere per ottenere un certo tipo di risultato. “Compressione secondo Natura” non è una trovata di marketing o uno slogan, ma significa che siamo ispirati da Madre Natura: uno dei miei mantra, anche in iniziative precedenti, è sempre stato “se lo fa il nostro cervello in automatico, ci dev’essere un modo per farlo fare a una macchina”. Ci siamo basati su come codifica le informazioni il cervello umano, per la precisione il talamo. In particolare, sul principio di organizzare i dati in una gerarchia. Poi, su suggerimento di alcuni miei contatti in Google, abbiamo alzato il tiro, pensando a un vero e proprio sviluppo e a un modello di business, anche in termini di prodotti e mercato.

La successiva tappa fondamentale?

Nel 2012 il primo prototipo ha dimostrato che l’idea era fattibile e, sempre nello stesso anno, ho conosciuto anche Massimo Bertolotti, che ha avuto un’importanza fondamentale per lo sviluppo di Perseus e che ci mi insegnato moltissimo. Grazie a lui, Sky, con il Ceo Andrea Zappia, il Cto Umberto Angelucci e la Director of Technology Paola Formenti, è stata la prima azienda a credere e a investire nella nostra soluzione. Lo ha fatto già nel 2012, valutando una semplice demo, senza ovviamente tralasciare tutte le verifiche del caso. Insomma, onore al merito di averci creduto da subito, a differenza di quanti ancora oggi sono scettici al riguardo.

L’anno della svolta, almeno per ciò che riguarda il mercato, è stato il 2015?

Lo scorso anno abbiamo prima partecipato al NAB e presentato numerose e importanti partnership con diverse aziende di primissimo piano – Hitachi, Thomson, Harmonic, Imagine Communications, NTT, Nokia, Alcatel Lucent, Elber e altre - che hanno dimostrato di credere davvero nella nostra tecnologia. Poi siamo stati all’IBC, abbiamo presentato i primi prodotti e anche supportato eventi di primo piano come la prima trasmissione in 4K della partita Real Madrid-Barcellona per Movistar. Nel frattempo, dalle 12 persone del 2014 siamo passati a 80 (provenienti da 40 diverse nazioni), di cui 45 programmatori, e Perseus ha preso realmente forma. Abbiamo scelto Londra come base per la centralità e per il reperimento delle diverse professionalità necessarie. Voglio però sottolineare che diversi componenti del team sono ”italians” che vivono a Londra: Pierdavide Marcolongo, Guendalina Cobianchi, Fabio Murra, Ilaria Tiezzi, Cesare Camparada, Simone Ferrara, Roberta Cambio, Daniele Sparano, solo per citarne alcuni.

Quali obiettivi vi siete posti per il 2016?

Quello da poco iniziato sarà per noi un anno ancora più importante e innovativo del 2015. Abbiamo ancora tante cose da mostrare a livello di prodotti nuovi e di presenza sul mercato internazionale, sia nei paesi sviluppati che nei paesi meno avanzati a livello di infrastruttura come l’India, ad esempio, dove il nostro contributo è ancora più prezioso. Abiliteremo IPTV in Full HD tramite connessioni ADSL; accelereremo la diffusione dei servizi UHD; supporteremo i primi servizi di mobile video in HD; consentiremo di ricevere OTT video in aree e nazioni dove finora è stato impossibile trasmettere video via Internet. Insomma il 2016 per V-Nova e Perseus sarà l’anno della reale entrata sul mercato.

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