Veleni agrodolci

Ci siamo occupati più volte della vicenda di ‘Agrodolce’, fiction voluta da Giovanni Minoli. Oggi facciamo il punto della situazione sugli strascichi giudiziari della vicenda (non ancora chiusa).

La vicenda di 'Agrodolce', fiction voluta da Giovanni Minoli e girata a Termini Imerese, è chiusa da alcuni mesi dal punto di vista televisivo, ma gli strascichi giudiziari legati alla soap rischiano di trascinarsi per anni. La produzione di 'Agrodolce', una soap di una certa qualità, 50 puntate girate per RaiTre e uno stanziamento di 25 milioni da parte della Regione Sicilia, è stata chiusa per “evitare l'esplosione degli extracosti”, aveva detto l'amministratore delegato di Einstein Multimedia, società produttrice della fiction causando una perdita di lavoro di circa 1000 persone (che si vanno ad aggiungere ai disoccupati dello stabilimento Fiat di Termini Imerese).

Ma vediamo la cronologia dei fatti. Per Agrodolce erano state previste 230 puntate per 37 milioni di euro in tre anni stanziati dalla Regione Sicilia; ora sono gli avvocati a parlare dal momento che la Rai non ha pagato le fatture arretrate né i costi aggiuntivi (quantificati in 12 milioni di euro) che sarebbero stati imposti alla produzione per via di alcune scelte fatte dallo stesso Minoli (fra Minoli e Einstein non è corso quasi subito buon sangue). Per questo motivo a marzo la produzione ha chiuso definitivamente (salvo novità) il set della soap opera, facendo ricorso al giudice. Poco meno di un mese fa il giudice ha dato ragione a Einstein, imponendo alla Rai di pagare 4,6 milioni. Attualmente però è in corso una seconda vertenza per quei 12 milioni di costi aggiuntivi.

Ad oggi però la Rai non ha ancora versato nulla ad Einstein Multimedia mentre la causa si è aperta anche sul fronte penale. La società di produzione ha presentato a marzo un esposto alla Procura di Roma, che sta attualmente indagando e avrebbe iscritto al registro degli indagati alcuni nomi della Rai.

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