Verso il nuovo contratto di servizio Rai

Una scadenza imminente –

Sì definitivo dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni alle linee-guida del Contratto di Servizio 2010-2012 tra Rai e Ministero dello Sviluppo Economico. Ora tocca alla Vigilanza e poi quasi ci siamo…

Vediamo l'ampio articolo pubblicato dall'agenzia Apcom in proposito:

«La qualità dell'informazione come esigenza imprescindibile, che richiede il rispetto di alcuni criteri inderogabili tra cui completezza, obiettività, pluralismo e osservanza del contraddittorio. E la qualità dei programmi, che non devono 'appiattirsi' in una “rincorsa all'audience”, ma differenziarsi. Sono questi i punti chiave delle linee guida del (nuovo) contratto di servizio…
“Vista la “indifferibile quantità di informazione indiscriminata disponibile sulla rete Internet - si legge nelle linee guida -, l'affermazione di una informazione giornalistica di qualità costituisce un'esigenza imprescindibile nell'attuale società”.
Dunque “orizzonte internazionale, pluralismo, completezza, deontologia professionale, devono costituire tratti distintivi dell'informazione di servizio pubblico, che deve essere, pertanto, aperta sul mondo, pluralistica, equilibrata e diversificata”.
In quest'ottica, poiché “la Tv ha funzione di validazione della realtà e, conseguentemente, i fatti esclusi dall'agenda televisiva vengono dequalificati d'importanza nell'opinione pubblica, compito prioritario del servizio pubblico è quello di 'sprovincializzare' l'informazione, dando ad essa orizzonti e incisività rispondendi ai bisogni informativi propri della realtà attuale”.
Dunque la qualità dell'informazione, il cui “miglioramento va perseguito, in primo luogo, sul terreno del rispetto dei principi di completezza e correttezza, obiettività, lealtà, imparzialità, pluralità dei punti di vista e osservanza del contraddittorio, da raggiungere prioritariamente nelle trasmissioni di informazione quotidiana e nelle trasmissioni di approfondimento, data la rilevanza che esse assumono nella formazione dell'opinione pubblica”.
Su questo fronte, si legge ancora nelle linee guida sul contratto di servizio, “la Rai è soggetta ad un concetto di pluralismo più stringente, in considerazione di particolari obblighi connessi alla prestazione di un pubblico servizio sostenuto da risorse pubbliche e del vasto numero di soggetti raggiunti dalle sue trasmissioni. Ciò esige un'applicazione attenta della deontologia professionale del giornalista” che deve coniugare “il principio di libertà con quello di responsabilità, nel rispetto della dignità della persona, rendendo imprescindibile la funzione di garanzia della qualità dell'informazione da parte dei giornalisti del servizio pubblico radiotelevisivo”.
Per questo le trasmissioni devono “essere caratterizzate in special modo da canoni di correttezza, lealtà e buona fede dell'informazione ed essere rispettose dell'identità valoriale e ideale del Paese e della sensibilità degli spettatori”. Inoltre “la Rai dovrebbe mirare ad un incremento delle trasmissioni di approfondimento informativo e all'equo bilanciamento di tali trasmissioni in tutte le reti generaliste”.
Sul fronte della qualità dei programmi, la Rai, secondo le linee guida, deve “rafforzare il proprio marchio nel contesto nazionale attraverso una più evidente caratterizzazione qualitativa dell'offerta di servizio pubblico… In quest'ottica occorre “assicurare un'offerta articolata e diversificata per rete canale” e puntare ad un'offerta non 'appiattita' e basata sulla “rincorsa all'Auditel”, favorendo “la trasmissione di programmi che per lo più non rientrano nell'offerta delle emittenti commerciali”, recuperando “generi di 'nicchia' compresi il teatro, la musica sinfonica, la lirica, nelle tre reti generaliste, diversificando e segmentando l'Auditel”. Elemento necessario “anche in relazione alla tendenza sempre più accentuata verso l'interattività delle trasmissioni televisive".
Nelle linee guida si prevede quindi un sistema di valutazione della qualità dell'informazione “che deve impegnare la Rai in maniera adeguata ed effettiva, anche sotto il profilo di un corrispondente finanziamento mediante l'utilizzazione delle risorse derivanti dal canone di abbonamento”. Il sistema di valutazione, realizzato “sulla base degli appositi indicatori previsti dal contratto di servizio, dovrà essere sottoposto alla vigilanza di un organismo esterno all'azienda, composto da esperti particolarmente qualificati nella materia, scelti dall'Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni d'intesa con il ministero e nominati dalla Rai entro tre mesi dall'entrata in vigore del contratto di servizio. I risultati delle rilevazioni periodiche dovranno essere resi pubblici dall'azienda nelle forme stabilite dal contratto di servizio”.
Nelle linee guida si prevede poi che l'offerta del servizio pubblico deve essere verificabile e per questo “il contratto di servizio dovrà chiaramente definire le classi dei programmi televisivi e radiofonici finanziati dal canone, nonché i relativi tempi minimi da attribuire a ciascun genere di servizio pubblico”.
Un capitolo è dedicato anche allo sviluppo delle nuove tecnologie, perché “il servizio pubblico ha l'obbligo di farsi promotore dei benefici prodotti dalle tecnologie emergenti” e “dotarsi tempestivamente delle tecnologie occorrenti attraverso l'utilizzazione di parte delle risorse derivanti dal canone di abbonamento”. Sul fronte dello switch off “la Rai dovrà adeguatamente coinvolgere gli utenti di volta in volta interessati alla transizione” e in generale “dovrà arricchire la propria offerta anche attraverso la sperimentazione di nuovi formati di trasmissione adottando, al riguardo, scelte strategiche conformi a quelle delle migliori televisioni pubbliche”.
In particolare “la Rai sarà tenuta ad avviare la trasmissione delle reti generaliste in Alta Definizione e a sperimentare le nuove evoluzioni dello standard DVB-T, quali il DVB-T2 nonché a sviluppare concretamente le trasmissioni in DVB-H secondo un articolato progetto stabilito dal contratto di servizio”. La Rai dovrà anche “ampliare l'utilizzo di Internet come piattaforma di comunicazione realizzando contenuti e applicazioni dedicate all'ambiente internet e valorizzando le libraries esistenti". La Rai realizzerà una piattaforma dedicata alla Web-tv.
Tra i punti delle linee guida anche il capitolo dedicato ai minori, la cui tutela è perseguita dalla Rai, che deve adottare “un sistema di segnaletica della propria programmazione relativa ai film, alle fiction, ai cartoni animati e all'intrattenimento basaro sulle seguenti fasce di visione, programmi per tutti, sconsigliati ai minori di anni 12, sconsigliato ai minori di anni 16″, e questo “previa consultazione con l'Autorità e con il Comitato 'media e minori'. Il nuovo sistema di segnalazione è avviato entro sei mesi dall'entrata in vigore del contratto di servizio”.
Resta la “fascia protetta” dalle 16 alle 20 per la tramissione dei programmi per minori.
Infine “l'Agcom verifica che il servizio pubblico radiotelevisivo venga effettivamente prestato dalla Rai” ai sensi del testo unico, del contratto nazionale di servizio e dei contratti con le regioni e le province di Trento e Bolzano. L'Authority “vigila sul rispetto, da parte della Rai, degli indirizzi” impartiti dalla Commissione di Vigilanza e dà conto dei risultati del controllo nella relazione annuale al Parlamento».

Mancano ancora alcuni passaggi prima dell'adozione del nuovo contratto di servizio, ormai comunque sulla strada dell'approvazione. Non manca qualche polemica sulla possibilità che il Governo o la stessa Agcom riescano in qualche modo a controllare di più le trasmissioni Rai. Ogni sospetto in merito è stato finora respinto con decisione dai due organismi interessati.

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