Vespa, sempre Vespa…

Il nuovo contratto di Bruno Vespa, siglato poco tempo fa dal vecchio Cda Rai, farebbe invidia a chiunque. Un minimo di 100 puntate l’anno di “Porta a Porta” (quindi tre a settimana) fino al 2010 per 1.187.000 euro l’anno. A fare sorgere dei dubbi, però, non è tanto la somma che percepirà Vespa, quanto il modo in cui si è arrivati alla conclusione del contratto di Vespa, ovvero con una trattativa che si potrebbe definire “a senso unico”, come ha spiegato Nino Rizzo Nervo, membro del Cda Rai (Marg…

Il nuovo contratto di Bruno Vespa, siglato poco tempo fa dal vecchio Cda Rai, farebbe invidia a chiunque. Un minimo di 100 puntate l'anno di "Porta a Porta" (quindi tre a settimana) fino al 2010 per 1.187.000 euro l'anno.

A fare sorgere dei dubbi, però, non è tanto la somma che percepirà Vespa, quanto il modo in cui si è arrivati alla conclusione del contratto di Vespa, ovvero con una trattativa che si potrebbe definire "a senso unico", come ha spiegato Nino Rizzo Nervo, membro del Cda Rai (Margherita), al 'Corriere della sera'. Il contratto del conduttore di "Porta a porta" con la Rai scadeva il 31 agosto 2006 con un diritto di opzione da parte dell'azienda fino al 31 agosto 2007, da esercitare entro il 31 dicembre 2005.

Sebbene il contratto di Vespa, dunque, non sembrasse una priorità, il vecchio Cda Rai in scadenza il 12 aprile scorso non solo ha esercitato l'opzione fino al 2007 ma ha inserito una clausola che prevedeva la possibilità di una proroga fino al 31 agosto 2010, con una opzione congiunta Rai-Vespa, più una sub-clausola che permetteva a Bruno Vespa di esercitare questa nuova opzione anche da solo: dopo otto giorni dalla sua opzione per il 2010, con avviso alla Rai, e nessuna risposta da parte dell'azienda, assumeva valore la regola del silenzio-assenso.

Vespa ha effettivamente esercitato la sua opzione il 26 maggio, e dopo otto giorni di silenzio-assenso, si è arrivati al 3 giugno. Nel frattempo in Rai non potevano certo rispondergli, perché avevano ben altro da fare: c'era finalmente stata la nomina del nuovo Cda ma la prima riunione era fissata per il 7 giugno. E così tutto è andato a posto: Vespa ha avuto il suo contratto nientemeno che fino al 2010, proprio come voleva, con ancor maggiore forza, la prima versione del suo nuovo contratto, proposta quale priorità assoluta per la Rai nei mesi scorsi, sempre da parte del vecchio Cda 'a 4' (tutti i Consiglieri erano di area centro-destra).

Vespa non ha smentito queste circostanze. "Mi sembra quanto meno scorretto - ha detto Rizzo Nervo nell'intervista al quotidiano di Via Solferino - che tutto sia andato in porto così rapidamente, all'insaputa del nuovo Cda. È un po' il simbolo di una 'gestione amicale'. La fretta per Vespa stride col silenzio sulla sentenza che reintegra Santoro".

A Rizzo Nervo ha però risposto con sollecitudine un altro membro del Cda. "Sono stato dolorosamente colpito dalle esternazioni del collega Nino Rizzo Nervo in merito ai dubbi avanzati sui conti dell'azienda - ha affermato il consigliere Rai Gennaro Malgieri (AN) - . È mio costume discutere di argomenti del genere, la cui delicatezza non può sfuggire, nella sede competente, vale a dire il Consiglio di Amministrazione, e mi sembrava che questo comportamento fosse stato approvato e condiviso da tutti i Consiglieri". Diverse altre voci in difesa di Vespa si sono levate dal Centro-Destra.

Con altrettanta sollecitudine non ha esitato a rispondere il diretto interessato, accusando Rizzo Nervo di essere venuto meno ai basilari principi di deontologia professionale: Vespa ha specificato che il suo contratto di collaborazione fu steso per la prima volta nel 2001, con il Centro-Sinistra al Governo e poi rinnovato da Cattaneo 'copiando' quello precedente.

L'importo, prosegue Vespa, "lo stesso di oggi, fu stabilito dal direttore generale Claudio Cappon ed era un compenso per puntata pari al 15% in meno di quanto concordato con Fabio Fazio per una seconda serata su RaiDue che poi non si fece e con Gad Lerner per una terza serata del sabato di argomento religioso su RaiUno, anch'essa poi sfumata. Si aggiunga che, al contrario di tutti gli altri colleghi con contratto esterno, io lasciavo la Rai con 39 anni di servizio e una liquidazione netta di 300 milioni di lire. Mi usi Rizzo Nervo la cortesia di citare gli importi ricevuti dai miei successori alla direzione del Tg1 in proporzione agli anni di servizio. Queste erano dunque 'le amicizie e le appartenenze' cui si riferisce Rizzo Nervo".

A sostegno della propria posizione Vespa chiama in causa i profitti pubblicitari che 'Porta a porta' ha portato all'azienda e afferma di essere sempre stato contrario alla cancellazione dei programmi di Biagi e Santoro. Ma, a proposito di Biagi. non può fare a meno di togliersi un sassolino dalla scarpa: "Vista la cura con cui Rizzo Nervo rispetta il segreto industriale, è la persona più adatta a rivelare finalmente quanti miliardi sono stati corrisposti ad Enzo Biagi per evitare polemiche con la Rai sulla sua vicenda".

Infine una rivelazione: "Un'ultima annotazione. L'urgenza di definire l'opzione per il mio contratto è nata da un'opportunità di cambiare azienda. Ho sempre detto che sarei restato alla Rai fino a quando la Rai lo avesse voluto".

Insomma, Mediaset aveva fatto delle avances a Vespa e la Rai, in pratica, 'sarebbe stata costretta' a rinnovargli di corsa il contratto a quelle condizioni fino al 2010. Avessero usato la stessa sollecitudine con Bonolis, forse non avrebbero il problema di 'Affari tuoi'...

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