Già il nome della location in cui si svolge il reality “La sposa perfetta” di RaiDue è tutto un programma. Resta da capire cosa ci sia di perfetto in queste future nuore, suocere e sposi.
La prima puntata di "La sposa perfetta" ha fatto il 13,30% di share, la seconda il 9.94. Il conflitto nuora-suocera (con tanto di maschio inesistente, trasparente, nullo caratterialmente) è insito e sentito nella società italiana. È una questione di appartenenza: o si è nuore o si è suocere.
I suoceri invece non esistono, non hanno abbastanza appeal televisivo, quindi la Tv ha deciso di annullarli
Siamo pronti a scommettere che a tenere alta l'audience del reality potranno essere da una parte le mogli e dall'altra le suocere petulanti. Gli spettatori maschi, come i cinque aspiranti sposi di RaiDue, si limiteranno a starsene in un angolino a guardare cosa fanno le donne per loro.
Questo non toglie tuttavia che "La sposa perfetta" sia uno dei reality simbolo della trash-tv attuale, ma come è accaduto in "La pupa e il secchione" sono troppe le persone che vi si possono identificare, vedere un elemento di riscossa e provare un certo godimento nell'usare il televoto per eliminare la suocera più insopportabile (anche se per definizione, magari, tutte le suocere lo sono).
Va da sé che il meccanismo dell'accoppiamento ricorda i matrimoni combinati dalle famiglie tanto avversi alle femministe, come accade ancora in zone del terzo mondo, ma rispettando rituali sicuramente molto più dignitosi rispetto a quel che accade a "Villa suocerina". Basta guardare il reality solo cinque secondi per capire che alle aspiranti spose non gliene frega niente di quei cinque maschi e a questi ultimi altrettanto. L'importante è avere un passaggio in Tv, farsi notare da qualcuno, entrare nel meccanismo del carrozzone televisivo e rimanerci dentro, in un modo o nell'altro. Tra una comparsata a 'Domenica In' e un passaggio a 'La vita in diretta', qualcosa può sempre uscire.
D'altra parte, se i cinque fossero dei gran "figaccioni", interessanti e ricchi, buoni 'partiti' per un bel matrimonio d'interesse, il gioco magari varrebbe la candela, ma nessuna delle aspiranti spose si vede a casa ad aspettare che la dolce metà torni dal lavoro.
Le ragazze hanno studiato la Tv, hanno imparato bene dai precedenti reality e, con una mano dagli autori, si lasciano spesso andare a frasi essenziali e rappresentative del popolo che anima i reality da anni: "Sono me stessa"; "Sono vera". Con falso fair play subiscono le angherie, le critiche e le menate delle "mathers in law", rodendosi dentro per non poterle prendere per i capelli, soprattutto la suocera-generale Ambra, mentre i cinque maschi italiani si commuovono quando devono parlare delle loro mamme o scattano sull'attenti quando queste ultime, parlando con loro al citofono, suggeriscono che una ragazza è meglio dell'altra.
Gia nella prima settimana, secondo copione, non sono mancati scontri, pianti e lacrime. Il match, che delusione, non è stato tra nuore e suocere ma tra suocere, chiamate, come nelle peggiori fiabe, mamma-Ambra e mamma-Fiorenza. A dirigere i giochi in studio un personaggio Mediaset per eccellenza, Cesare Cadeo riesumato da qualche televendita e dall'impegno politico, intenerito di fronte all'orgoglio di mamme che parlano del loro "figliolo": "Questa è la miglior televendita d'amore che abbia mai visto". Accanto a lui, una Roberta Lanfranchi sbilanciata a favore delle giovani aspiranti mogli.
Su Canale 5, in contemporanea, andava in onda "Un due tre ... stalla". Tra gli ospiti, uno dei reduci della precedente edizione del "Grande Fratello", Filippo Bisciglia, che promuoveva il suo disco, mentre Pietro Taricone, altro reduce del GF, oggi attore, presiedeva la giuria.
Elena Romanato