Villari presidente della Vigilanza. O noO

Alla fine la maggioranza ha eletto il ‘suo’ presidente della Vigilanza, appartenente sì all’opposizione, ma in contrasto con la candidatura ufficiale di Leoluca Orlando. Paradossi politici, caos e probabili dimissioni dell’eletto, Villari del PD.

Vediamo la cronaca di www.repubblica.it:

«Il Pdl rompe gli indugi e con una forzatura senza precedenti elegge alla presidenza della commissione di Vigilanza sulla Rai un uomo del Pd, ma non quello indicato dall'opposizione. È Riccardo Villari, senatore, e non Leoluca Orlando, l'esponente dell'IdV indicato da tempo per quel posto. Il neOEletto dice: "Farò quello che dice il partito, ma prima mi consulterò con Napolitano, Schifani e Fini". Walter Veltroni commenta così il comportamento della maggioranza: "E' un atto inimmaginabile da regime, non da democrazia". Anche Antonio Di Pietro insorge e parlando in Aula alla Camera attacca: "Berlusconi è come Videla, l'elezione di Villari è l'atteggiamento tipico di una dittatura argentina, ultimo atto di una deriva antidemocratica".

Una svolta che, di fatto cancella il tentativo di mediazione avanzato insieme da Veltroni e Casini che avevano scritto insieme una nota per intimare alla maggioranza di "non fare provocazioni" e, nel contempo per chiedere all'Idv di indicare una "rosa di nomi" lasciando quindi Orlando al proprio destino. Ma il partito di Di Pietro aveva già respinto al mittente la richiesta: "Per noi non cambia nulla, resta Orlando".

Poi la mossa, attesa ma comunque dirompente, della maggioranza. Che ha sparigliato tutto il dibattito. E acceso lo scontro. E ora è caccia ai franchi tiratori. Perché al neo-eletto sono arrivati due voti in più rispetto a quelli del centrodestra. Pdl e Lega, infatti, potevano contare su 21 voti (c'era un assente). Villari ha ottenuto 23 voti. Chi lo ha votato dell'opposizioneO Qualcuno pensa subito ai due dell'Udc, ma Roberto Rao, interpellato, spiega che non è così e ci sono le prove: "Proprio perchè ieri siamo stati accusati, stamattina non abbiamo partecipato al voto e a Orlando sono andati, lo stesso, solo 11 voti, due in meno rispetto ai suoi".

E alloraO Tra i deputati del centrosinistra, a Montecitorio, in molti pensano che uno dei voti sia dello stesso Villari, mentre l'altro, viste le congratulazioni e l'invito a non dimettersi, potrebbe essere del radicale-Pd, Marco Beltrandi. Ma lui smentisce: "Ho sempre votato Orlando".

Ma l'attesa è tutta per le decisioni del presidente eletto. La capogruppo Anna Finocchiaro gli telefona: "Gli ho detto che dovrebbe dimettersi". Anche Veltroni ne è certo: "Si dimetterà. Quello della maggioranza è stato un atto a metà tra bullismo e goliardata, noi continuiamo a sostenere Orlando". Scettico Massimo Donadi dell'Idv: "Stamane nella riunione tra il segretario del Pd Walter Veltroni e i commissari della Vigilanza era stato preso l'impegno solenne, nel caso, a dimettersi subito. Si è dimesso VillariO non mi pare...".

Quanto al diretto interessato, dopo un oltre un'ora di suspence annuncia la sua decisione di rimandare la scelta al dopo aver sentito le più alte cariche istituzionali: "Vedrò appena possibile il presidente della Repubblica e i presidenti di Camera e Senato. Poi all'interno del gruppo politico e dei partiti che lo compongono saranno fatte le valutazioni finali". Commento della Finocchiaro: "Credo che quello di oggi sia un atto che i Presidenti di Camera e Senato non possano tollerare"».

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