Walraff: la vita spericolata di un giornalista ‘scomodo’

Gesta, prodezze, formidabili reportage giornalistici e vecchie e nuove roventi accuse nei suoi confronti caratterizzano la vita (che definire spericolata e avventurosa è un eufemismo) del tedesco Günter Wallraff, vero ‘giornalista infiltrato’ un po’ dovunque.

Alcune inedite accuse a Günter Wallraff, famoso giornalista investigativo tedesco, vengono da 'Der Spiegel', uno dei più autorevoli settimanali europei. Il giornalista, che in un suo reportage televisivo (su RTL) aveva denunciato il cibo avariato e le condizioni di lavoro pesanti a Burger King, è ora accusato da 'Der Spiegel' di aver fatto consulenze sul rapporto tra sindacati e azienda per McDonald's, il concorrente diretto di Burger King. I compensi non sarebbero stati versati direttamente a Wallraff ma alla sua fondazione, un'associazione di volontari da lui fondata per indagare su ingiustizie contro i dipendenti e i consumatori, La somma sarebbe stata data alla fondazione in tre tranche, due da 5000 euro e una da 3000.

Wallraff in realtà era stato dichiarato persona non grata in tutte le filiali McDonald's negli anni Ottanta dopo che, travestito da operaio migrante turco, si era infiltrato tra i dipendenti del colosso americano del fast food per denunciare anche con telecamere nascoste tutto quanto non andava: dalla qualità del cibo al trattamento dei dipendenti, cui veniva di fatto vietato ogni contatto col sindacato.

Dopo qualche anno però la società leader del fast food cambiò atteggiamento: prese contatto con il giornalista, che partecipò dapprima a due eventi organizzati da Mc-Donald's. Il primo fu nel maggio 2010, con la presenza di dirigenti del gruppo americano e con il leader del sindacato Ngg, Franz-Josef Moellenberg. A questi eventi sarebbe da attribuire la parcella data poi alla fondazione.

Günter Wallraff lavorò come operaio tra il 1963 e il 1965 in diversi stabilimenti industriali e iniziò la carriera di giornalista nel 1965 quando la rivista «Metall» del sindacato metalmeccanici pubblicò i primi servizi d'inchiesta firmati da Wallraff come lavoratore e testimone delle dure condizioni di lavoro in fabbrica.
Vennero, nel 1971, il documentario 'Flucht vor den Heimen' (Fuga dai sanatori) trasmesso sulla Zdf, l'arresto nel 1974 in Grecia durante le proteste contro i colonnelli e nel 1977 il lavoro sotto falsa identità alla redazione della 'Bild-Zeitung' di Hanover dal quale nacquero dei reportage e un documentario prodotto nel '77 dalla Wdr. Nei reportage Wallraff denunciava i metodi del giornale scandalistico, accusato di diffondere informazioni volutamente parziali o tendenziose e senza rispetto delle norme sulla privacy.

Nel 2003 fu oggetto di un nuovo vero e proprio “caso Warlaff”, quando in un'inchiesta pubblica sulla Stasi fu sospettato di essere stato un informatore dell'intelligence della Germania Est durante gli anni '60-'70. Fatto sempre negato dal giornalista e la sua innocenza fu confermata dal Tribunale di Amburgo.

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