La vicenda RaiWay continua a tenere banco soprattutto nel mondo politico.
Sembra ormai chiaro il tentativo del centro-destra di usare questa questione come un "grimaldello" per cercare di ottenere in anticipo il sospirato ricambio ai vertici della Rai.
Già la settimana scorsa i cinque consiglieri del Cda Rai si erano riuniti per ripercorrere insieme al direttore generale tutte le fasi del cammino che ha portato in quasi due anni alla creazione della società di gestione degli impianti e poi alla decisione di cederne il 49% all'americana Crown Castle.
Un riepilogo voluto, sembra, proprio dal Cda in vista dell'imminente audizione in commissione Trasporti della Camera ma anche in seguito alle critiche sollevate da più parti all'interno della Casa delle Libertà, culminate in esplicite richieste di uno "stop" all'operazione da parte del Ministero delle Comunicazioni (poi la questione è stata rimessa direttamente a Berlusconi).
La mancata presa d'atto da parte del Ministero delle Comunicazioni della cessione del 49% di RaiWay alla Crown Castle sarebbe però "una vera e propria bomba sul mercato delle telecomunicazioni, altro che conflitto di interessi!".
È stato Francesco Rutelli a far capire senza tanti preamboli la tensione che sulla questione si è inasprita in queste settimane nel mondo politico.
Lo ha fatto nel corso del suo intervento alla manifestazione organizzata dall'Ulivo la scorsa settimana su "Libere tv in libero Stato".
Il presidente della Rai Roberto Zaccaria non è stato da meno, affermando che "non condivide il rapporto conflittuale che la Rai ha con le istituzioni, poiché il Governo non può essere visto come una nostra controparte".
Nel frattempo però le posizioni del ministro Gasparri e della compagine governativa lo hanno convinto ad affidare agli avvocati dell'azienda il compito di vedere se siano possibili azioni giudiziarie nei confronti del Governo stesso.
La chiave della vicenda sta nel gravissimo danno economico che la Rai subirebbe da un blocco dell'operazione RaiWay.
A quel punto un Zaccaria debolissimo potrebbe davvero dimettersi. Ma Zaccaria non ci sta e con lui concorda ancora la maggioranza del Cda.
Insomma, dopo l'elezione di Petruccioli alla Vigilanza si è aperto un periodo di grandissima tensione, anche perché, in presenza di un Governo del Polo, si verifica la strana compresenza di una Rai con una maggioranza di centro-sinistra al suo interno e di un organismo di controllo ugualmente governato da un presidente espresso dall'opposizione.